Un articolo di Daniela (Luna Nera)
Febbraio scorrazzava sulla terra.
La tramontana gli correva dietro soffiando, fischiando, gridando dentro i camini - uuuh ! uuuh ! - e litigando con tutti gli alberi che incontrava.
Forse ha i geloni - pensò Febbraio - oppure il raffreddore.
Niente geloni. Si sposava una sua amica e tutte le ragazze del paese avrebbero partecipato alla
Disse Febbraio, con aria da gran signore: Se non è che per questo, ti farò un regalino io.
Andò dai fratelli, battendo il tacco con grande importanza, per farsi dare una ghirlandetta di gelsomini oppure una rosa, quattro belle ciliegie rosse, da mettersi agli orecchi, o una manciata di bacche, da farsi una collana.
I fratelli risero. Ciliegie, gelsomini, a lui, Febbraio? Mai sentita una cosa simile. Non aveva pioggia e gelo, lui?
Soltanto Marzo lo lasciò frugare fra le sue vecchie cianfrusaglie; ma, puoi immaginare, stravaganti e pieni di pazzia come sono tutti e due, non si trovarono d'accordo sul prezzo. Discussero, mercanteggiarono, si insolentirono e finirono per prendersi per i capelli.
In quanto a Febbraietto, continua a venire sulla Terra su di una nuvola di color ceneraccio e il suo carattere non è migliorato per niente.
In compenso, da allora, si trattiene poco e, ben nascosta tra pelle e camiciola la prima violetta la porta lui.
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