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martedì 15 gennaio 2019

La "Pànera", il gusto dei genovesi

(Daniela)
Oggi una specialità della mia Genova 💜


Avete presente l’aroma che si sprigiona da una moka borbottante, con il caffè che fuoriesce a poco a poco creando quella soffice schiumetta fina che si stende in superficie? Adesso pensate a una bella cialda traboccante di gelato cremoso: dove vi trovate? A Napoli? Macché, siete a Genova! Come si coniugano queste due immagini all’ombra della Lanterna? Forse non tutti sanno che nella terra della Superba regna sovrano un solo gusto tra le tante varietà proposte dalle gelaterie: si scrive panera e si pronuncia pànera, con la prima A accentata. Ebbene, in campo dolciario Genova ha il sapore di caffè. Quanti di voi hanno notato che a mano a mano che ci si allontana dal capoluogo ligure, quel gusto scompare dall’elenco delle proposte?
Ecco la conferma che si tratta di una caratteristica tutta genovese, cui in pochi hanno probabilmente mai fatto caso.

Che gli zeneixi siano grandi torrefattori è un fatto ormai ben noto, basti pensare alle numerosissime torrefazioni e alle aziende dall’eco nazionale e internazionale che lavorano l’oro nero del Sud America nelle valli dell’entroterra genovese. Avendo un così grande smercio di caffè in città, vuoi anche per l’importanza del porto di Genova, pare quindi inevitabile che il gusto-principe delle nostre gelaterie sia a base proprio di questo ingrediente.


Voci di corridoio sostengono che la panera sia stata ideata nel 1927 in uno dei locali storici della città, l’Antica Gelateria Amedeo di Boccadasse, meta fissa di turisti ma anche dei genovesi più celebri e non. L’indimenticato Paolo Villaggio, scomparso di recente, era proprio uno dei tanti habitué che varcava la soglia di questo locale per concedersi un peccato di gola da consumare, probabilmente, contemplando il panorama della splendida insenatura di Boccadasse.


Ma in cosa consiste esattamente la panera?
Guai a chi la definisce un gelato! Questa deliziosa crema soffice e fresca è infatti un semifreddo, ben diverso dal gelato tradizionale. Assaggiatene una cucchiaiata da una coppetta e noterete immediatamente la differenza: non bisogna avere un palato fino per cogliere la consistenza morbida ma al tempo stesso soda di questa meraviglia tutta genovese. E’ una nuvoletta dal leggero sentore di caffè, ammorbidito dal tocco candido della panna.


(foto dal link, la vera panera)

Per risalire alla lista degli ingredienti principali basta riflettere sull’etimologia del termine stesso, che è il risultato della contrazione dal dialetto genovese di “panna nera”, da cui appunto nasce la panera. Caffè, dunque, e panna: basta miscelare questi due elementi? Ahimè, se fosse così semplice la farebbero tutti, e le gelaterie storiche della città perderebbero il loro valore in fatto di qualità –e credibilità-. Non solo vengono aggiunti altri ingredienti, come tuorli d’uovo, zucchero semolato o zucchero a velo, ma la questione riguarda soprattutto la tipologia di quelli di base. La panna, nemmeno a dirlo, dev’essere freschissima (ciò fa intendere che si tratta di un semifreddo non sempre reperibile nelle gelaterie: diffidate da chi ne ha sempre una vaschetta traboccante!).
E il caffè? Come la maggior parte delle ricette della tradizione, tutti hanno una loro versione: c’è chi opta per quello in polvere appena macinato, per incorporarne l’aroma seducente, chi invece preferisce utilizzare quello espresso a piccole dosi finché non si raggiunge l’equilibrio perfetto con la panna.


Dal sodalizio di questi due magnifici ingredienti nasce un sapore davvero speciale: la panera non sa di caffè, bensì di cappuccino. 
Ed ecco che torna quella sensazione di casa e di colazione, un piacevole risveglio a cui abbandonarsi con l’aroma di caffè che stuzzica le narici e la famosa schiumetta che gioca con le papille gustative. E’ un incontro intimo in cui ci si concede un piccolo peccato di gola, non solo al mattino ma a qualsiasi ora del giorno
specie la sera, per riprendersi dal torpore di una cena importante, che nella sua freschezza ci riscalda i sensi, coccolandoci.


Così, la prossima volta che vi farà visita un amico o un parente da fuori città, dopo avergli servito un bel piatto di trofie al pesto (con patate e fagliolini, mi raccomando!) e il coniglio alla ligure, sorprendetelo con qualcosa che ancora non conosce. Smaltite la cena con una semplice passeggiata verso una gelateria artigianale e offritegli una cialda di panera. Insegnateli infine che i genovesi, a piccole dosi, sanno essere anche dolci proprio come questo gusto: ma senza l’amarezza del caffè, non sarebbe altrettanto buono!

martedì 8 gennaio 2019

Fine d'Anno

(Daniela - Luna Nera)





Ti ho visto col nasino appiccicato
alla vetrina dei balocchi, assente
dallo stridor di un mondo tormentato
nel via e vai della affannata gente.

Tu guardavi il tuo mondo e nel fatato
regno dei sogni ti perdevi. Niente
c'era più intorno; nel tuo cor beato
tutto ponevi con desir struggente:

le macchine, i cavalli, la gran nave
pronti là innanti pel viaggio noto;
e i pupi sorridenti e la soave

bambola bionda dal bel guardo immoto.
A tutti hai tu sorriso e hai detto "Ave!"
anche per noi erranti nell'ignoto.
 - ©  Carlo Lambertini -





(dal libro di poesie di Carlo Lambertini "Una finestra aperta" del 1987 da me acquistato)

lunedì 7 gennaio 2019

Era sempre Lei

(Daniela)





Nonna, ai tuoi tempi c’era la Befana?

E la nonna sorride e dice: “Sì
Se mi ricordo! L’alba era lontana,
era ancor notte, non spuntava il dì:
ma presto andavo accanto al focolare
dov’era la mia calza ad aspettare…”

Mamma, ai tuoi tempi la Befana c’era?
E la mamma sorride e dice: “Si.
Era d’inverno, ma come primavera
mi pareva che fosse quel bel dì…
Mi alzavo quasi all’alba, in tutta fretta
e correvo a cercar la mia scarpetta…”

E passa il tempo, il mondo avanti va:
e la Befana antica è ancora qui;
per i monti valli e isole e città
ritorna come un tempo, in questo dì;
è sempre lei, non può mutare più
perché c’è sempre al mondo gioventù.


- Alessandro Galante Garrone -



domenica 6 gennaio 2019

BABUSHKA (Leggenda di Natale russa)

(Daniela)





Anche in Russia c’è una Befana, o una “Donna del Natale”, come la chiamano i bambini. C’era una volta una signora che si chiamava Babushka, che era una grande massaia e aveva la casa più bella e pulita del circondario: passava il suo tempo a strofinare, pulire e spolverare qualsiasi cosa e quando non puliva e spolverava cucinava pietanze deliziose in grande quantità. La verità però era che Babushka era così presa da tutte le sue faccende domestiche perché cercava di non pensare a un grande dolore: aveva perso infatti da poco il suo unico figlio piccolo e la cosa la rendeva così triste ma così triste…che non si può dire quanto.
Vi dico solo che aveva messo in un cesto tutti i regali del suo bambino e non aveva voluto vederli più, tant’è che erano l’unica cosa piena di polvere in quella casa.
Una notte, mentre lei come al solito puliva e puliva, vennero a bussare alla sua porta alcuni pastori infreddoliti.
Babushka era una brava persona e quando questi le chiesero un tetto sopra la testa e qualcosa da mangiare lei aprì la porta e li aiutò in tutto quello che poteva, chiedendo contemporaneamente “ma che ci fate fuori con questo freddo terribile? Siete matti?” I pastori le risposero che stavano seguendo una stella, una stella che indicava il luogo in cui era nato un bambino molto speciale, re del cielo e della terra e che se voleva sarebbe potuta andare con loro. Babushka rispose di sì ma in realtà era un po’ dubbiosa: un altro bambino?




E se vederlo avesse risvegliato in lei quel dolore che cercava di sopire? Passò quindi un giorno a pulire tutta la casa di nuovo. Passarono altri pastori che la invitarono a unirsi a loro e lei continuò a rispondere che li avrebbe seguiti ma poi trascorreva un altro giorno a pulire la casa e non partiva mai.

Finalmente al terzo giorno decise di portare un regalo a questo bambino, andò al cesto dei giocattoli, li pulì tutti e partì alla volta della stalla…troppo tardi! Quando arrivò infatti Maria e Giuseppe se n’erano andati e Babushka, che era carica di giocattoli, rimase lì un attimo indecisa sul da farsi…finché non ebbe un’idea: avrebbe continuato a cercare questo bambino divino e a ogni bambino che avesse incontrato sulla sua strada avrebbe lasciato un giocattolo così, tanto per non sbagliare.

- da: Studentville -


E' arrivata la Befana!

(Daniela)



Toglie addobbi agli alberelli,
ai presepi i pastorelli,
lascerà dietro una scia
tutta di malinconia.
Ma ai bambini più piccini
donerà calze e dolcini.
E', da sempre, la più anziana.
Chi sarà? Ma è la... Befana! 


(Teresa Zaccuri)


La Befana, dolci tipici e tradizioni nel mondo

(Daniela - Luna Nera)


Dolce Befana… porti con te il carbone zuccherato, che a seconda del suo colore racconta, soprattutto ai bimbi, come ci siamo comportati! Il giorno della Befana si condivide con amici e parenti la Pinza, tipico dolce della tradizione veneta, diffuso anche in Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. 
Gli ingredienti principali della Pinza sono farina gialla di mais, farina bianca, pinoli, fichi secchi e ha un profumo unico!


Periodo perfetto questo per degustare anche la Gubana, questo è un dolce tipico delle Valli del Natisone, ha una particolare forma di chiocciola e il suo ripieno si compone di nocciole, noci, uvetta e pinoli. Una vera delizia! Dolci che si possono accompagnare anche con con un bicchiere di vin brulè magari davanti al tepore del fuoco dei Falò della Befana.


Tradizioni antichissime risalenti ai Celti, i quali accendevano grandi fuochi, come ancora oggi si fa. Falò propiziatori che indicano, a seconda della direzione delle scintille del fuoco, come sarà l’anno appena iniziato.



- da https://www.radiocompanyeasy.com/ -

LA BEFANA NEL MONDO.


FRANCIA: nel giorno dell'Epifania si usa fare un dolce speciale all'interno del quale si nasconde una fava, chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa.


L'amica Martine ci dice che in Francia la Befana non esiste, gliene parlava la sua mamma italiana, quando era piccola c'era "Le Père Janvier" (Papà Gennaio) dopo Natale, ma da molto tempo non esiste più.




ISLANDA: il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, poiché da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l'ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (il primo Babbo Natale arriva l'11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno).
Tutto ha fine con un falò e fuochi d'artificio.

SPAGNA: la sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d'acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati.

GERMANIA: le persone di religione cattolica vanno a Messa ma il 6 gennaio non è un giorno festivo, si lavora come al solito e i bambini vanno a scuola.

ROMANIA: i bambini attendono l'arrivo dei re Magi e il 6 gennaio propongono racconti in cambio di qualche spicciolo.


UNGHERIA: i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo.





RUSSIA: torna protagonista una figura simile alla nostra Befana, chiamata "Babuschka", una vecchietta che, accompagnata da un certo Padre Gelo, distribuisce regali a tutti i bambini. 





I Re Magi

(Daniela)





Era una notte azzurra
con tante stelle in cielo;
sopra le dune sparse
palme dal lungo stelo.
Dolce silenzio. I Magi
sopra cammelli bianchi
seguivan la cometa...
felici e un poco stanchi.
Venivan da lontano,
da regni d'oltremare,
scrutavan l'orizzonte
desiosi d'arrivare.
Ecco Betlemme alfine;
ecco, nella capanna,
un tenero Bambino
in braccio alla sua Mamma.
I vecchi Re si prostrano
ed ognuno di loro
offre un suo dono splendido:
incenso, mirra e oro.
Cantano intorno gli Angeli:
"All'umile Giudeo
s'inchinano i potenti:
Gloria In Excelsis Deo!"



- G. Fanciulli -






La Befana

(Daniela - Luna Nera)






Vien da lontano, per le vie nevose,
lascia giù, al cancello del giardino,
il somarello, e tra le sue calzette
una ne sceglie per ciascun bambino
e gliela porta: e sal dritta e sicura
per ogni stanza, sia pur chiusa e scura.
In ogni stanza di bambini buoni
entra pian piano, e il loro sonno spia:
e ai piedi del lettino lascia i suoi doni.


- Piero Calamandrei -





sabato 5 gennaio 2019

La Befana (G. Gozzano)

(Daniela - Luna Nera)


Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la calzetta
che invita la vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata,
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi
agli Angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.

- G. Gozzano -




W la Befana

(Daniela - Luna Nera)




O Befana, Befanina,
non passare tanto in fretta,
non scordar la mia casina,
non scordar la mia calzetta!

Al ciuchetto ho preparato
un pugnel di fave e fieno,
un canestro ti ho lasciato
di cicchetti tutto pieno.

Tu, venendo a notte fonda,
quando dormo e penso a te,
la mia calza fai ben tonda;
sarò lieto come un Re!


- M. Giusti -

venerdì 4 gennaio 2019

Lettera alla Befana

(Daniela)




Cara Befana, portami un libro 
che di giocattoli troppi ne ho!
Sempre impegnato a far di tutto... 
perciò non leggo più da un bel po'.
Nonna mi dice del buon profumo
che fa la carta d'un libro nuovo:
non lo conosco e mi piacerebbe... 
dai, ti prometto che farò il buono.
Tu sei vecchina come la nonna
e poco mastichi web e pc,
io sono bravo con la tastiera, 
ma solo info ed e-books trovo lì.
Però mi han detto che proprio in centro
ci son negozi specializzati:
son librerie, ma non le conosco,
vendono libri nuovi ed usati.
Se nel tuo sacco più non ce n'è,
passa in incognito e comprane uno,
che sulle mensole della mia stanza
giuro che io non ne ho proprio nessuno.
I libri veri, in... "carta ed ossa", 
io li utilizzo solo per scuola;
ne vorrei uno da leggere a letto,
sotto coperte e fresche lenzuola.
Dai, Befanina, portami un libro,
che di giocattoli troppi ne ho!
Vorrei imparare a gustar la lettura...
ti garantisco che buono sarò!

(Teresa Zaccuri)

giovedì 3 gennaio 2019

La Befana (di Zietta Liù)

(Daniela)



Dormi, bambina mia. Scende pian piano, 
camminando fra nuvole d'ovatta, 
la Befana dal suo cielo lontano. 
Ogni tanto, le casca una ciabatta... 
Sulle sue vecchie spalle il sacco pesa... 
ma il cuor le batte di felicità. 
Sa che i bambini l'hanno tanto attesa. 
Ma dai bimbi cattivi non ci va. 
Dormi, bambina mia, dormi contenta: 
sogna fantocci, bambole, balocchi. 
Fuori la neve cade a lenti fiocchi; 
ma la Befana il passo non rallenta.
Per freddo, vento, neve, non ristà, 
e reca sulle spalle il sacco pieno... 
Dormi, piccina, dormi a cuor sereno 
e domattina, che felicità!


- Zietta Liù -


mercoledì 2 gennaio 2019

Poesia di Gennaio

(Daniela)





Quando nasce
nessun mese è così gaio
come il piccolo gennaio:
lo saluta ancora in fasce,
l’allegria di San Silvestro
piena d’estro.
Del nuov’anno
egli è il primo pargoletto,
il più atteso, il prediletto,
e per questo onor gli fanno
e ciascun se lo propizia
e lo vizia.
Quanto a quello
che crescendo saprà fare,
quello è invece un altro affare:
forse porta, il bricconcello,
raffreddori, sdruccioloni
e geloni.
Strano artista,
egli fa sui vetri e i rami
candidissimi ricami
ed appende, in gaia vista,
sulle gronde e sui poggioli
i ghiaccioli.
Con la gerla
dei regali l’accompagna
la Befana, una cuccagna!
Ma lo segue poi la Merla,
che la neve reca e geli
più crudeli…
Ma si deve
confessar, siamo sinceri,
che anche il gelo ha gran piaceri:
ha battaglie con la neve,
slitte, pattini; oggidì
fin gli sci.
Dunque sia
benvenuto, sor gennaio:
non ci punga col rovaio,
ed il buon esempio dia
ai suoi undici fratelli
ridarelli! 


(F. Bianchi)