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sabato 23 giugno 2018

La casa di Mara

(Daniela)



La casa di Mara
è una piccola stanza di legno.
A lato un cipresso l’adombra nel giorno.
Davanti vi corrono i treni.
Seduta nell’ombra dell’alto cipresso
sta Mara filando.
La vecchia ha cent’anni
e vive filando in quell’ombra.
I treni le corron veloci davanti
portando la gente lontano.
Ell’alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.
I treni mugghiando
s’incrocian dinanzi alla casa di Mara volando.
Ell’alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.



- Aldo Palazzeschi -



(Da I cavalli bianchi, 1905)


- Immagine in alto tratta dal libro: “Nel vasto mondo: letture per la terza classe” anno 1948) -

lunedì 11 giugno 2018

Il filo

(Daniela)



"Una matassina di filo giallo come il sole
perchè un po' di allegria è quel che ci vuole;
un gomitolo di filo tutto rosa
per ricamare d'ottimismo ogni cosa;
una matassina bianca come un sorriso
per farci sentire in paradiso;
un paio di forbicine affilate per bene
per tagliar via le preoccupazioni e le pene;
un tondo e robusto ditale
per proteggerci da ogni male;
e, per finire, un ago acuto e pungente
per far scappare via tutta la cattiva gente."


- Poesia tratta dal libro
"Attenzione, Ricamine a Bordo" di Franca Monticelli -

lunedì 4 giugno 2018

Canzone di giugno

(Daniela)




Stormiscono le fronde
nell'aria greve, e il sole
ride alle prataiole
ed alle biche bionde,

e rende tutto d'oro
il campo donde arriva
la canzone giuliva
nell'agreste lavoro.

Ecco è piena la spica
e la falce è nel pugno;
e il buon sole di giugno
rallegra la fatica.

E la canzone sale
dal campo del lavoro
e s'accompagna a un coro
stridulo di cicale:

e sale il canto anelo
da bocche pie lontane
lodando in terra il pane
ed il buon Padre in cielo.


- Marino Moretti -

sabato 2 giugno 2018

Picnic in montagna (Giugno)

(Daniela)


Nel periodo estivo, quando il tempo è sul bello stabile, i genitori di Andrea e di Elisa (7 e 4 anni) dedicano volentieri una mezza giornata, o anche una giornata intera, ad un tuffo rigeneratore nella natura, che ritempra i grandi e ammalia i bambini. Sanno molto bene quanto siano importanti per i piccoli giornate simili. Questa volta hanno scelto un sabato, e sono venuti anche i nonni, che conoscono bene il luogo: un bosco di faggi a mezza montagna inframmezzato da prati verdissimi cosparsi di fiori, un vero angolo di paradiso. Appena arrivati sul posto i bambini si sono scatenati e, mentre la mamma sistemava le cose e preparava il pranzo, i nonni hanno avuto un bel da fare per contenere la loro esuberanza. La piccola Elisa è partita in quarta dietro alle farfalle che volando le sfioravano i capelli scompigliati; poi una ha catturato la sua attenzione: “Nonna, plendi…. Nonna, plendi….”, e nell’eccitazione del momento i piedini le si sono aggrovigliati con l’erba alta e, patapunfete, un bel capitombolo. Si è rialzata senza piangere, e la sua attenzione si è rivolta ai fi ori: li avrebbe voluti raccogliere tutti per portarli alla mamma… poi una coccinella, un grillo, e ancora le farfalle… Così fi no all’ora di mangiare. Il maschietto, Andrea, ha letteralmente catturato il nonno: voleva conoscere il nome di tutti gli alberi, di tutti gli uccelli, di tutti gli insetti… Poi si sono seduti su una pietra per ammirare la cerchia dei monti visibile in lontananza. Andrea ha voluto sapere il nome di ogni cima. Infine la mamma ha chiamato tutti intorno alla tovaglia stesa sul prato e colma di ogni ben di Dio. Mentre mangiavano un rumore improvviso di rami e di foglie ha fatto volgere tutti dalla parte del bosco. “Nonno, nonno… cosa è?”, ha gridato Andrea. Un capriolo era saltato nel prato e fulmineo era scomparso dal lato opposto. Il nonno ha tranquillizzato tutti: “Niente paura, è un capriolo che si chiama Bamby”. E la piccola Elisa, guardando verso il bosco, ha continuato a ripetere: “Bamby, Bamby…”, finché non si è addormentata tra le braccia della nonna sulla strada del ritorno.