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giovedì 31 ottobre 2019

"Dolcetto o scherzetto?"


(Daniela - Luna Nera)

Se stasera, quando le tenebre sono scese sul mondo, sentite suonare alla porta e... non avete dolcetti in casa...
non vi conviene aprire!  😱



Dolcetto o scherzetto è la filastrocca che recitano i bambini quando si presentano alle nostre porte la notte di Halloween, ma da dove arriva questa usanza, cosa significa, e soprattutto cosa fare quando i bambini suonano alla nostra porta?

Dolcetto o scherzetto di Halloween.


Probabilmente vi è già capitato di sentirvelo dire da un manipolo di bambini la notte di Halloween: dolcetto o scherzetto? 

La formula originale recita "trick or treat", che significa letteralmente proprio "dolcetto o scherzetto", ed è tradizionalmente la scherzosa minaccia che tutti i bambini recitano la notte di Halloween alla porta dei vicini di casa la notte di Halloween. Effettivamente nei paesi anglosassoni questa è una delle tradizioni più radicate e più seguite, e per i bambini è un'attività davvero imperdibile, ma anche in Italia ormai da qualche anno questa simpatica usanza si è diffusa assieme all'aumentare della popolarità della ricorrenza. E allora andiamo a vedere da dove arriva questa tradizione, il suo significato e soprattutto cosa fare di fronte al proverbiale dolcetto o scherzetto.






"Dolcetto o scherzetto" significato e origini.

La formula originale in inglese recita "trick or treat", la cui traduzione letterale in italiano è proprio "dolcetto o scherzetto".
Si tratta della giocosa richiesta mista a minaccia dei bambini travestiti da streghe e mostri vari durante la notte di Halloween.






  Quando troviamo alla nostra porta i gruppetti di bambini il must è omaggiarli con dolcetti e cibarie, altrimenti i mostriciattoli si vendicheranno con i famigerati "scherzetti", che possono essere di varia natura (solitamente fastidiosi ma comunque innocui).






Ma da dove arriva questa usanza? Anche se il trick or treat vero e proprio per come lo conosciamo oggi è piuttosto recente 

(pare si sia diffuso a partire dagli Stati Uniti nell'ultimo secolo) 

in realtà ha origini molto antiche, così come sono antiche le origini della festa di Halloween. Già ai tempi dei Romani, ma anche durante il Medioevo, in quella che sarebbe diventata la notte di Ognissanti era diffusa l'usanza che i poveri e i mendicanti bussassero alle porte per chiedere aiuti o del cibo in cambio di preghiere per la propria anima e per i morti.
Preghiere che ovviamente venivano negate in caso ci si rifiutasse di dare il proprio contributo.




Dolcetto o scherzetto: la filastrocca.



Un altro elemento molto tipico della tradizione del trick or treat è la filastrocca che i bambini intonano nel chiedere i dolcetti che recita così:


"Trick or treat,
smell my feet,
give me something good to eat"

Che tradotto vuol dire: "Dolcetto o scherzetto, annusa i miei piedi, dammi qualcosa di buono da mangiare".
Ne esistono poi diverse varianti, con elementi che si aggiungono alla filastrocca iniziale facendo rima.



Dolcetto o scherzetto: come funziona.

Ebbene si, c'è ancora chi dimentica quando è Halloween, e quando si ritrova alla porta un manipolo di piccoli mostriciattoli non sa bene dove mettere le mani.
Se vi è capitato almeno una volta siete in parte giustificati, soprattutto per via del fatto che questa festa che piace tanto ai bambini è molto sentita solo da relativamente pochi anni, e difficilmente qualche adulto si è mai trovato a fare trick or treat.




Ad ogni modo l'usanza anglosassone prevede che ai bambini vengano consegnate congrue quantità di dolci o altre leccornie. In mancanza della controparte dolciaria bisogna assumersi il rischio del famigerato "trick", vale a dire lo scherzetto. 

I bambini americani di solito si producono in piccoli dispetti come spazzatura sparsa nel giardino, lattine attaccate alle automobili e simili. I bambini italiani sono generalmente meno bellicosi, ma certamente mettere da parte un po' di caramelle e cioccolatini da regalare la sera del 31 ottobre non richiede un enorme sforzo.



Dolcetto o scherzetto cosa fare : le ricette.

Se poi ci tenete davvero tanto a far contenti i più piccoli per Halloween non limitatevi a comprare dolcetti confezionati o i soliti cioccolatini industriali. E' ora di mettersi a pasticciare in cucina, magari dedicandosi anche alla decorazione dolci a tema per Halloween. Noi vi lasciamo qualche idea super spaventosa per non deludere figli, nipoti e piccoli vicini di casa appassionati di "trick or treat":
Biscotti di Halloween: è la soluzione più semplice e veloce - minima spesa massima resa. Basterà realizzare dei semplicissimi biscottini di pasta frolla da decorare poi con motivi tipicamente di Halloween, come la zucca o i fantasmini.

Dolcetti di Halloween: una ricetta davvero sfiziosa per realizzare buonissimi macarons - tipici dolci francesi - e per decorarli in stile Halloween.

Sangue di drago: se proprio volete impressionare i vostri piccoli vicini di casa offrite loro anche una bevanda a tema Halloween facile da preparare e che assomigli proprio al sangue, il successo è assicurato.

Cupcake di Halloween: ecco un'altra ricetta super appetitosa che non deluderà i bambini. Realizzate tanti buonissimi cupcake e decorateli con la pasta di zucchero, noi vi diamo qualche consiglio anche per realizzare le decorazioni.

Cake pops di Halloween: ecco un'altra idea super scenografica e pure golosa, vale a dire i cake pops. Per chi non lo sapesse: si tratta di sfere di torta o pan di spagna decorate spesso con pasta di zucchero e infilzate in un bastoncini come se fossero lecca lecca. Il risultato? Squisite monoporzioni di torta da decorare nel modo più spaventoso possibile.





Siamo pronti?

Ora dovreste essere pronti per la serata del "dolcetto o scherzetto": abbiamo riassunto tutte le cose da sapere su questa simpatica usanza davvero divertente, anche non se non è di origini italiane.


(da:  https://www.pianetadonna.it/)


mercoledì 30 ottobre 2019

Jack o’ lantern: la leggenda di Halloween

(Daniela - Luna Nera)


La storia di Jack o’ lantern è di certo la leggenda di Halloween più famosa. L’usanza a Halloween di intagliare una zucca con fattezze mostruose e grottesche è legata alla famosa leggenda anglosassone del fabbro irlandese “Stingy Jack”.

Stingy Jack, ubriacone e taccagno, incontrò, la notte di Halloween, il Diavolo in un pub.
Stava per cadere nelle sue mani, quando riuscì ad imbrogliarlo facendogli credere che gli avrebbe venduto la sua anima in cambio di un’ultima bevuta.
Il Diavolo, così, si trasformò in una monetina da sei pence per pagare l’oste e Jack fu abbastanza veloce da riuscire ad intascarsela.
Poiché, poi, possedeva anche una croce d’argento, il Diavolo non riuscì più a tornare alla sua forma originaria. Jack, allora, stipulò un nuovo patto col Diavolo, e cioè che lo avrebbe lasciato andare purché questi, per almeno 10 anni, non tornasse a reclamare la sua anima. Il Diavolo accettò.
Dieci anni dopo, Jack e il Diavolo si incontrarono di nuovo e Jack, sempre con uno stratagemma, riuscì a sottrarsi al potere del principe delle tenebre e a fargli promettere che non lo avrebbe cercato mai più.
Il Diavolo, che si trovava in una situazione difficile, non poté far altro che accettare.
Quando Jack morì, a causa della sua vita dissoluta, non fu ammesso al Regno dei Cieli e fu costretto a bussare alle Porte dell’Inferno;
il Diavolo, però, che aveva promesso che non lo avrebbe cercato, lo rispedì indietro tirandogli addosso un tizzone ardente.
Jack se ne servì per ritrovare la strada giusta e, affinché non si spegnesse col vento, lo mise sotto una rapa che stava mangiando.

Ma che c’entra Jack o’ lantern con Halloween? Com’è diventato la leggenda di Halloween?


Da allora Jack vaga con il suo lumino in attesa del giorno del Giudizio (da qui il nome JACK O’ LANTERN, Jack e la sua Lanterna) ed è il simbolo delle anime dannate ed errabonde.
Da allora, la zucca intagliata con la faccia del vecchio fabbro e il lumino all’interno, è forse il simbolo più famoso di Halloween.

Halloween sarebbe di conseguenza il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all’errabonda anima in pena che la loro casa non è posto per lui.
A livello antropologico, la zucca non è altro che l’esorcizzazione delle paure, insite nell’animo umano per il sovrannaturale.
Il racconto dello sventurato “Stingy Jack”, infatti, insegna come demoni e fantasmi non possano nulla contro la forza dell' intelletto umano. Esporre la lampada diventa un ammonimento, per il mondo del sovrannaturale, un modo per ricordare di quando “Stingy Jack” riuscì a gabbare il Demonio.




(dal web - modificato)

martedì 29 ottobre 2019

La vera Storia di Halloween

(Daniela - Luna Nera)





Qual è la vera Storia di Halloween? Eccola!

Il popolo dei Celti, che viveva in Irlanda, alla fine di ottobre celebrava l’arrivo dell’inverno con una festa chiamata “All Hallow even”, cioè la vigilia di tutti i Santi o Notte di tutti gli spiriti sacri.
Si accendevano fuochi attorno ai quali tutti danzavano, indossando maschere per spaventare le streghe e allontanare gli spiriti maligni.


Storia di Halloween: ai giorni nostri.

In ricordo di quell’antica festa, ancora oggi si festeggia Halloween la notte del 31 ottobre; in questa notte i bambini solitamente si mascherano con costumi mostruosi (Streghe, maghi, diavoletti, zombie) e bussano alle porte delle case, dicendo: “Trick or treat”, cioè "Dolcetto o scherzetto?".
Chi apre la porta offre loro biscotti e caramelle.

La parola italiana "scherzetto" è la traduzione dall’inglese trick, una sorta di minaccia di danneggiare la casa o disturbare i suoi abitanti in caso non vengano consegnati loro dolcetti e caramelle (treat).

I bambini passando di casa in casa recitano una filastrocca che dice così:

“Trick or treat,
smell my feet,
give me something good to eat”.



Il giorno dopo Halloween è Ognissanti, cioè la festa di tutti i Santi.


Storia di Halloween: le zucche simbolo della festa.

Simbolo di Halloween sono le zucche con dentro una candela: la loro luce serve a tenere lontani gli spiriti della notte.
Anche streghe e gatti neri, pentoloni con pozioni in ebollizione, zombie e diavoli sono diventati negli anni simboli di questa festa.



(da:  https://www.filastrocche.it/)

lunedì 28 ottobre 2019

Semina


(Daniela - Luna Nera)



Getta i semi nella terra il contadino,
poi si riposa e guarda tutto intorno;
guarda il campo, la casa ed il mulino,
pensa che i semi saran pane un giorno.


- Camilla Del Soldato -

giovedì 24 ottobre 2019

Le foglie morte (G. Pascoli)

(Daniela - Luna - Nera)


Oh! che già il vento volta
e porta via le pioggie!
Dentro la quercia folta
ruma le foglie roggie
che si staccano, e fru….
partono; un branco ad ogni
soffio che l’avviluppi.
Par che la quercia sogni
ora, gemendo, i gruppi
del novembre che fu.
Volano come uccelli,
morte nel bel sereno:
picchiano nei ramelli
del roseo pesco, pieno
de’ suoi cuccoli già.
E il roseo pesco oscilla
pieno di morte foglie:
quale s’appende e prilla,
quale da lui si toglie
con un sibilo, e va.
Ma quelle foglie morte
che il vento, come roccia,
spazza, non già di morte
parlano ai fiori in boccia,
ma sussurrano:
Orsù!

Dentro ogni cocco all’uscio
vedo dei gialli ugnoli:
tu che costì nel guscio
di più covar ti duoli,
che ti pèriti più?
Fuori le alucce pure,
tu che costì sei vivo!
Il vento ruglia… eppure
esso non è cattivo.
Ruglia, brontola: ma…
contende a noi! Ché tutto
vuol che sia mondo l’orto
pei nuovi fiori, e il brutto,
il secco, il vecchio, il morto,
vuol che netti di qua.
Noi c’indugiammo dove
nascemmo, un po’, ma era
per ricoprir le nuove
gemme di primavera…
Così dicono, e fru…
partono, ad un rabbuffo
più stridulo e più forte.
E tra un voletto e un tuffo
vanno le foglie morte,
e non tornano più.


- Giovanni Pascoli -


sabato 5 ottobre 2019

"Autunno"

(Daniela - Luna Nera)


Un colpo di vento, spalanca la porta
ed entra l’autunno, che regge una sporta
è piena di noci, di frutta nostrane
faremo merenda, per più settimane.

L’autunno nel bosco, va a far la fascina
che dopo regala, a qualche vecchina;
le rondini liete, son tutte partite
a terra le foglie, son tutte ingiallite.



venerdì 4 ottobre 2019

4 Ottobre "Festa del Bosco"


(Daniela - Luna Nera)





Per i Celti la divinità non poteva essere rinchiusa in un recinto o in un tempio. Era nella natura e nei boschi, e dentro di noi: nel Nemeton, il centro, il bosco sacro (il termine ha la stessa radice del latino nemus).

Il 4 Ottobre si festeggia la Festa del Bosco, il Nemeton figura e simbolo importantissima nella cultura Celtica / Pagana.
Il bosco sacro è un luogo di culto caratteristico delle antiche religioni europee, ad esempio di quella romana, greca, celtica, germanica.
Il più famoso bosco sacro dell'Europa settentrionale fu il tempio di Uppsala a Gamla Uppsala, descritto da Adamo di Brema.

Nelle frequentazioni con i luoghi dello spirito, può capitare di imbattersi in una sorta di doloroso smarrimento, guado di ombre e irrisolti interrogativi, nel quale pare si debba pagare un alto prezzo all'ansia della ricerca intrapresa. Tale esperienza si può chiamarla notte dell'anima o vacuità del cuore, o in altro modo, a seconda delle differenti tradizioni esoteriche cui ci si riferisce. Per il celtismo pagano, useremo la denominazione essere nel punto medio. Chiunque ricerchi spiritualmente la via degli dei interiori o, se vogliamo, dell'illuminazione animica, è sottoposto ad ardue prove iniziatiche. Tra queste, l'essere nel punto medio assume una particolare e beneaugurante configurazione interiore.

Per i celti pagani, difatti, e cito l'indiscussa autorità dello storico romano Lucano, la morte fisica null'altro è che un punto medio in una lunga vita. Certi dell'immortalità dell'anima, i Celti avvertivano l'accadimento funebre quale passaggio, punto medio tra resistenza mortale e l'entrata nella terra degli antichi dei. Ma, ancor distante l'evento fatale della morte fisica, la sapienza celtica ci informa su altri tipi di punti medi, in cui chi ha iniziato il cammino delle conoscenze, avverte il dolore di un passaggio da una condizione precedente a una consapevolezza superiore che pure stenta nel delinearsi compiutamente. In tali accadimenti, per la sapienza celtica è auspicabile recarsi in un solo luogo: il Nemeton, ovverosia il Bosco sacro. La sua valenza è interiore: è il luogo deputato ai riti druidici, ma ancor più il ricetto dell'anima in cerca, afflitta da dubbi e smarrimenti.

Per oltrepassare il punto medio dell'essere occorrerà quindi addentrarsi nel Nemeton. Quando ne sentite il bisogno, sedetevi per terra assumendo una posizione ieratica, armoniosa; dopodiché, inspirate dolcemente portando la massima concentrazione sul centro frontale, poco sopra la radice del naso. Tra l'inspirazione e l'espirazione, trattenete per qualche istante il respiro e dite mentalmente: Nemeton. È un logodinamo che dissolve più di una nebbia, come il sanscrito Om; alternando le fasi respiratorie con la pronuncia del nome sacro, e con la prolungata concentrazione sul Nemeton, si arriva ad assumere quell'immaginifico mentale necessario per superare le nebbie in cui ci pare di essere perduti. Taliesin il Bardo non ebbe altro luogo in cui rifugiarsi che un bosco sacro, allorché volle accedere alla completa conoscenza di sé stesso.

Si narra che lo stesso fece Myrrdin-Merlino, all'atto di scegliere fra il mondo degli uomini e il regno dell'armonia. La tradizione celtica è tutta colma di esempi del genere: rifugiandosi nel Nemeton, che è innanzitutto un luogo dello spirito, è possibile ritrovare il cammino perduto.



( da: https://antrodellamagia.forumfree.it/ )

mercoledì 2 ottobre 2019

Festa di Ottobre

(Daniela - Luna Nera)



Ottobre ha dato una festa;
Le foglie sono venute a centinaia –
Sorbi selvatici, querce, e aceri,
E foglie di ogni nome.
Il sole srotola un tappeto,
E ogni cosa è grande.


- George Cooper -

martedì 1 ottobre 2019

Ottobre


(Daniela - Luna Nera)




Un tempo, era d’estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all’autunno
dal colore che inebria,
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.

Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola,
di quest’aria che odora
di mosto e di vino,
di questo vecchio sole ottobrino
che splende sulla vigne saccheggiate.

Sole d’autunno inatteso,
che splendi come in un di là,
con tenera perdizione
e vagabonda felicità,
tu ci trovi fiaccati,
vòlti al peggio e la morte nell’anima.

Ecco perché ci piaci,
vago sole superstite
che non sai dirci addio,
tornando ogni mattina
come un nuovo miracolo,
tanto più bello quanto più t’inoltri
e sei lì per spirare.

E di queste incredibili giornate
vai componendo la tua stagione
ch’è tutta una dolcissima agonia.

- Vincenzo Cardarelli -



(Da Poesie, in Opere complete, Milano, Mondadori, 1962)