Cerca nel blog

sabato 31 dicembre 2016

Buona fine e buon inizio

A tutti auguriamo di finire bene il 2016, passando una serata serena tra amici e famigliari








E auguriamo un buon inizio 2017, con un raccontino breve  breve, ma un po' diverso dal solito





Auguri a tutti quelli che ci seguono!

venerdì 30 dicembre 2016

giovedì 29 dicembre 2016

Il guardiano delle oche

Un racconto natalizio di Annamaria Matera:



L’inverno quell’anno fu rigidissimo. Cominciò a nevicare alla fine d’ottobre e continuò per giorni e giorni, tanto che Riccardino fu costretto a rimanere chiuso in casa, senza nemmeno poter andare a scuola.

Nevicò anche per quasi tutto il mese di novembre e nevicò anche a dicembre e Riccardino era sempre lì, fra le quattro mura della sua casa, ma non se ne lamentava. Una sola cosa gli dispiaceva: non poter partecipare ai preparativi che si facevano in paese per il Natale.



Nella piccola piazza antistante la Chiesa della Sacra Famiglia, ogni anno, veniva allestito un piccolo presepe vivente, un presepe semplice e senza pretese: la ragazza più bella, vestita d’azzurro, era la Madonna, un giovane barbuto San Giuseppe, l’ultimo nato del paese “faceva” Gesù Bambino, mentre i bambini della scuola elementare erano i pastorelli e, in quanto a buoi, asinelli, maiali, pecore galline e oche, beh, in quel posto, di certo non mancavano. Il calzolaio spostava la sua bottega nella piazza, il fornaio vendeva pane caldo, appena sfornato, le vecchine, ben imbacuccate, filavano davvero nei vicoli, davanti alla porta di casa.



In quel presepe, Riccardino era il guardiano delle oche. Le faceva uscire dal loro recinto e, con una piccola verga in mano, le guidava fino al paese.
Pensava a tutto questo, il bambino la sera della vigilia, mentre la neve, caduta abbondantemente per tutto il giorno, aveva coperto completamente il davanzale della sua finestra. Ora, però, nel bianco lattiginoso del cielo, si era aperto uno squarcio di sereno, come un piccolo strappo, che permetteva, tuttavia, alla luna di affacciarsi ed inargentare il mondo.
I campi, completamente ghiacciati, brillavano sotto il riflesso lunare, come se fossero stati ricoperti di diamanti ed anche gli alberi scheletriti e con i rami nudi protesi verso il cielo, parevano ingioiellati.
Improvvisamente, tra quegli alberi, Riccardino vide qualcosa che si muoveva. Pensò ad uno scoiattolo affamato, in cerca di nocciole, ma, appena quella “cosa” uscì dall’ombra, si accorse con stupore che era un …… bambino. Un bambino biondo e piccolissimo, vestito d’una semplice tunica bianca. Si stropicciò gli occhi incredulo.
- Ma com’è possibile? Un bambino? Da solo a quest’ora di notte ed in mezzo alla neve? –

Senza pensarci due volte, afferrò al volo lo scialle rosso della mamma, quello che indossava solo per Natale e che stava appeso al chiodo vicino alla porta.

                                                          


- Copriti! Morirai assiderato. Ma cosa fai qui? Dov’è tua madre? –
Ma il bambino biondo sembrava non soffrire affatto il freddo, anzi, sorrideva beato.
- Sono venuto per portarti in paese –
- Tu? Piccolo come sei, cosa puoi fare? Con questo tempo da lupi, non arriveremmo lontano –

- Ma, allora, quest’anno non vuoi proprio far parte del Presepe vivente? Vedessi com’è bello! Quest’anno, più degli altri anni. Mancano solo il guardiano delle oche e Gesù Bambino –




- Il guardiano delle oche sono io, sono sempre stato io, in quanto a Gesù Bambino, beh, è normale che ancora non sia nella mangiatoia, non è ancora mezzanotte –
- Ma lo sarà tra poco. Dai, sbrigati, prendi le tue oche e andiamo –
Riccardino corse in casa, prese il suo povero gilet di lana di pecora, calcò il solito berretto e aprì il recinto delle oche.



Come se non aspettassero altro, i bianchi volatili corsero fuori starnazzando, dondolandosi sulle zampe palmate e dirigendosi verso il paese.
Riccardo ed il bambino biondo le seguivano, chiacchierando.
- Ma tu, da dove vieni? Non ti ho mai visto in paese. Devi conoscere bene questi posti, se sei riuscito a trovare in questo deserto di ghiaccio, un sentiero sgombro dalla neve –
- Sono molti i posti in cui sono già stato e che conosco bene – rispose quello, stringendosi ancora di più nello scialle rosso, che su di lui, assai piccolo, era lungo quasi fino ai piedi.
- Mah! Proprio non riesco a capire. Perché sei venuto proprio da me? –
- Perché non si è mai visto un presepe vivente senza il guardiano delle oche. E poi, il Presepe è una cosa a cui tengo molto, è importante per me, è come una bella e grande festa da celebrare con chi mi vuole bene, è come …… ecco, si, è come una festa di compleanno –
- Io non faccio mai grandi feste per il mio compleanno, ma, si sa, tu sei molto più importante di me! -  
- No, non sono più importante di te. Io e te siamo uguali a tutti gli uomini del mondo. Scusa, se ti ho offeso, volevo solo farti capire perché il Presepe mi dà tanta gioia –
- Si, si, ho capito, ma adesso affrettiamoci, ecco laggiù le luci del paese –
Giunti in paese, Riccardo si diresse verso il posto che sempre occupava nel presepe. Il recinto destinato alle oche era rimasto vuoto. Lo aprì, fece entrare i suoi animali e cominciò a recitare la sua parte.


Ben presto, tutti i suoi amici gli furono intorno, felici di rivederlo dopo tanto tempo.
- Bravo, Riccardo, ce l’hai fatta a scendere a valle. Senza di te, quest’anno il Presepe era incompleto –
- Grazie, sono contento anch’io di partecipare a questa festa – disse, ricordando le parole del suo piccolo amico – ma, avete visto in giro un bambino piccolo, con uno scialle rosso sulle spalle? Glielo ho prestato io per ripararlo dal freddo, ma è di mia madre, lei ci tiene molto e dovrò riportarglielo –
- Non pensarci ora. E’ quasi mezzanotte, il momento più solenne di questa notte santa. Fra poco, metteranno il Bambinello nella mangiatoia –
Le campane vennero sciolte e cominciarono a suonare a festa, per annunciare al mondo intero la nascita del Redentore.




Sollevandosi sulla punta dei piedi, Riccardino guardò verso la grotta: Gesù Bambino sorrideva, adagiato sulla paglia, avvolto in uno scialle rosso.


  




  

mercoledì 28 dicembre 2016

Finalmente si riposa

Un articolo di Mianna

Ora che il Natale ha fatto il giro completo del mondo, anche gli angioletti di Hanna Helwig si concedono un po' di riposo.
E' stato un duro lavoro, ma ne valeva la pena: cosa c'è di più bello che far felici i bambini?



Questo libricino mi è stato regalato tempo fa da Lilia che di Hanna Helwig è una grande ammiratrice (http://ilclandimariapia.blogspot.it/2012/06/hanna-helwig.html; Angelo ne ha fatto una pps e con Donatella ha riscritto in italiano il testo originale in tedesco.
Vorrei condividerlo con gli amici che ci seguono per conservare ancora  per un po' l'atmosfera del Natale.



 "Ehi mi sentite? Non fate i birichini...
Dico anche a voi angioletti postini.
Invece di chiacchierare, guardate quanta posta avete da smistare!
Lo farete con impegno certosino, ne son certo,
specie se a chiedervelo è Gesù Bambino."






Le richieste son tante a dire il vero,
tutte diverse, mai le stesse.
Per quelli che amano viaggiare
un bel trenino vanno a preparare.
Ecco, han finito, sono pronti,
li guiderà la fantasia, per valli, mari e monti.







Per chi gioca a far la mammina
si prepara la stanza con la culla per la nanna.
E' già pronta la cucina e la sala stan finendo.
"Tieni, ecco la seggiolina!"
Manca qualcosa al tetto, ci vuole una pennellata
per migliorar l'effetto.
Ora non manca più nulla.
La casa della bambola è pronta per la fanciulla.






Son tanti i bambini che han chiesto un peluche:
scimmiette,orsi e cagnolini
pronti per la distribuzione escon dalle loro mani,
cuciti alla perfezione.




C'è anche un gruppo addetto,
in un altro reparto, a preparare 
ogni tipo di dolcetto.
Appesi a un filo stanno ad asciugare,
di tutte le forme li puoi ammirare
A veder quei maialini
pennellati di rosa
di certo sorrideranno i più piccini! 




Per le bimbe che amano giocare a far le mamme
niente di meglio che passeggiare,
in eleganti carrozzine son tutte vestite alla moda
le loro belle bamboline. 






C'è anche il padiglione del salato
per chi ha gusti diversi
è giusto che sia accontentato.
Sulle bilance si pesa un po' di tutto
salsicce, insaccati, ogni tipo di frutto.





Ecco un presepe a completamento 
di tutto il lavoro!
Ora non resta che pregare in raccoglimento
"Gesù ti affidiamo il nostro cuore
Intercedi per noi presso Dio, nostro Signore.
Una stella farà luce alla capanna
e ti veglieremo noi
insieme alla tua mamma." 



martedì 27 dicembre 2016

Cartoline di Natale

Un articolo di Mianna

La prima cartolina di Natale fu commissionata da Sir Henry Cole e illustrata da John Callcott Horsley, un artista abbastanza noto all'epoca, a Londra il 1 maggio del 1843.





La figura centrale rappresentava le tre generazioni di una famiglia che brindavano alla salute del destinatario ; sui due lati venivano illustrati gesti caritatevoli, quali offrire cibo e indumenti ai poveri.

Per la verità l'immagine della famigliola felice che brinda con il vino strideva un po' , tuttavia l'idea nel complesso risultò azzeccata : Cole era colui che aveva favorito l'introduzione del Penny Post tre anni primarimodernando l'intero servizio postale inglese, amava la bella vita e sapeva come procurarsela.

Le prime cartoline di Natale difficilmente rappresentavano il tema dell'inverno o quello religioso ; si preferivano immagini di fiori, fate o altri personaggi di fantasia che potevano suggerire al destinatario l'imminente arrivo della primavera .






Anche i biglietti augurali con immagini di bambini o animali incontravano largo consenso e si arricchivano di decorazoni.

















Nel 1873 la litografia Print and Mayer incominciò a stampare biglietti augurali per il grande pubblico.
La stessa ditta iniziò per prima a stamparli  in America l'anno successivo;il proprietarioLouis Prang,viene spesso ricordato infatti come il papà delle cartoline di Natale in America.














La  grande popolarità di questi biglietti tuttavia favorì la produzione di esemplari a basso costotanto che il povero signor Prang si ritrovò in breve ad essere estromesso dal mercato.
L'avvento della cartolina ,  da scrivere e inviare direttamente senza busta, mise momentaneamente in crisi gli originali biglietti d'auguri con le  illustrazioni di gusto Vittoriano, ma negli anni '20 l'equilibrio tra le due diverse impostazioni fu ristabilito.













Nel ventesimo secolo la produzione di cartoline e biglietti natalizi diventò un grande affare per molte industrie manifattutiere, con disegni in continua evoluzione per assecondare i gusti e le mode dei consumatori, nonchè le sempre più moderne tecniche di stampa.



























Durante la prima e la seconda guerra mondiale si vendevano biglietti con soggetti patriottici e a partire dagli anni '50, oltre ai temi tradizionali, iniziarono a comparire personaggi, spesso umoristici, tratti dai cartoni animati.














Da qualche decade a questa parte si è registrato un certo declino dell'uso della cartolina o del biglietto di auguri,dal momento che la tecnologia mette ora a disposizione nuove e più veloci forme di comunicazione, come le più recenti e gradevolissime e-card.
Nonostante ciò, nel Regno Unito ad esempio, nel periodo natalizio 2008, si sono registrati in circolazione quasi 700 milioni di cartoline e biglietti augurali.


La più grande raccolta di cartoline di Natale e biglietti augurali è quella di Laura Seddon, presso la  Manchester Metropolitan University, che conta 32.000 esemplari.