Il pastorello si sveglia all'improvviso. In cielo v'è una luce nuova: una luce mai vista a quell'ora.
Il giovane pastore si spaventa, lascia l'ovile, attraversa il bosco: è nel campo aperto, sotto una bellissima volta celeste. Dall'alto giunge il canto soave degli Angeli.
- Tanta pace non può venire che di lassù - pensa il pastorello, e sorride tranquillizzato.
Le pecorine, a sua insaputa, l'hanno seguito e lo guardano stupite. Ecco sopraggiungere molta gente e tutti, a passi affrettati, si dirigono verso una grotta. - Dove andate? - chiede il pastorello. - Non lo sai? - risponde, per tutti, una giovane donna.
- È nato il figlio di Dio: è sceso quaggiù per aprirci le porte del Paradiso.
Il pastorello si unisce alla comitiva: anch'egli vuole vedere il Figlio di Dio. A un tratto, si sente turbato: tutti recano un dono, soltanto lui non ha nulla da portare a Gesù. Triste e sconvolto, ritorna alle sue pecore. Non ha nulla; nemmeno un fiore; che cosa si può donare quando si così poveri? Il ragazzo non sa che il dono più gradito a Gesù è il suo piccolo cuore buono.
Ahi! Tanti spini gli pungono i piedi nudi. Allora il pastorello si ferma, guarda in terra ed esclama meravigliato: - Oh, un arbusto ancor verde!
È una pianta di agrifoglio, dalle foglie lucide e spinose. Il coro di Angeli sembra avvicinarsi alla terra; c'è tanta festa attorno.
Come si può resistere al desiderio di correre dal Santo Bambino anche se non si ha nulla da offrire?
Ebbene, il pastorello andrà alla divina capanna; un ramo d'agrifoglio sarà il suo omaggio. Eccolo alla grotta. Si avvicina felice e confuso al bambino sorridente che sembra aspettarlo.
Ma che cosa avviene? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle spine, si trasformano in rosse palline che si posano sui verdi rami dell'arbusto che egli ha colto per Gesù.
Al ritorno, un'altra sorpresa attende il pastorello: nel bosco, tra le lucenti foglie dell'agrifoglio,
è tutto un rosseggiare di bacche vermiglie. Da quella notte di mistero, l'agrifoglio viene offerto, in segno di augurio, alle persone care. a leggenda dell'agrifoglio.
LEGGENDA DEL BASTONCINO DI ZUCCHERO
Il famoso bastoncino della leggenda è fatto di zucchero, ha il sapore di menta ed è bianco a strisce rosse.
La leggenda narra che un dolciaio lo creò per ricordare Gesù alle persone. Tale bastoncino racchiude in sé molti significati:
Il caramello (di cui è fatto il bastoncino) rappresenta Gesù come la roccia solida su cui sono costruite le nostre vite.
La forma a "J" sta per Jesus (Gesù) oppure rappresenta la forma di un bastone da pastore (Gesù è il nostro pastore).
Il colore bianco rappresenta la purezza e lassenza del peccato.
Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i nostri peccati.
Le strisce sottili invece rappresenterebbero i segni lasciati dalle frustate che Gesù ricevette dai soldati romani per ordine di Ponzio Pilato.
Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell'issopo che è una pianta aromatica usata nel vecchio testamento per purificare.
La leggenda delle Palline di Natale
A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù e fece ciò che sapeva fare meglio, il giocoliere, e lo fece ridere.
Questo è il perché ogni anno sull'albero appendiamo le Palle colorate - per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.
LA STORIA DEL PASTORELLO POVERO
Per coloro che non sanno cosa offrire a Gesù che nasce...
Una notte di molti anni fa, nel deserto, l’Angelo del Signore destò i pastori dal loro sonno,
invitandoli ad andare in un villaggio vicino per adorare un bambino appena nato:
“Non temete – disse loro – ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
Per vedere coi loro occhi l’avvenimento annunciato dall’Angelo,
pastori si recarono a Betlemme portando ciascuno doni per il Bambino,
ad eccezione di un pastorello, che era talmente povero da non avere proprio
nulla da offrire al bambinello e, di questo , se ne vergognava.
Giunti alla grotta, tutti offrirono i loro doni, mentre il piccolo pastorello si manteneva
timorosamente in disparte nascosto dagli altri.
La Vergine Maria non sapeva proprio come fare per ricevere tutti i doni,
poiché reggeva in braccio il Bambino Gesù. Allora, i suoi occhi di Mamma
si fissarono negli occhi del pastorello, che sbirciavano timidamente tra le persone accorse,
e Maria si accorse che le mani del pastorello erano aperte e libere.
Lo chiamò subito a se e gli porse nelle mani Gesù, affinché lo tenesse in braccio,
mentre ella riceveva i doni.
Quella notte il pastorello povero, che non aveva proprio nulla da offrire a Gesù,
offrì le sue mani a Maria e ricevette tra le sue braccia il più grande Dono del mondo.
Leggenda della stella di Natale.
Era la vigilia di Natale, in fondo alla cappella, Lola, una piccola bimba messicana, in lacrime pregava: "Per favore Dio mio, aiutami! Come potrò dimostrare al bambino Gesù che lo amo? Non ho niente, neanche un fiore da mettere a piedi del suo presepe "D'un colpo apparve una bellissima luce
e Lola vide apparire accanto a lei il suo angelo custode. "Gesù sa che lo ami, Lola, lui sa quello che fai per gli altri. Raccogli solo qualche fiore sul bordo della strada e portalo qui" disse l'angelo.
"Ma sono delle cattive erbe, quelle che si trovano sul bordo della strada" rispose la bambina.
"Non sono erbe cattive, sono solo piante di cui l'uomo non ha ancora scoperto quel che Dio desidera farne disse l'angelo con un sorriso. Lola uscì e qualche minuto più tardi entrò nella cappella con in braccio un mazzo di erbe che depositò con rispetto davanti al presepe, in mezzo ai fiori che gli altri abitanti del villaggio avevano portato. Poco dopo nella cappella si sentì un breve sussurro, le erbe cattive portate da Lola si erano trasformate in bellissimi fiori rossi, rosso fuoco. Da quel giorno le stelle di Natale in Messico sono chiamate "Flores de la Noce Buena", fiori della Santa Notte.
Nel 1825, Joël Poinsett, ambasciatore americano in Messico, riportò in America semi di stelle di Natale e le fece conoscere in tutto il mondo.
LA LEGGENDA DELLA ROSA DI NATALE
La figlia piccola di un pastore era intenta ad accudire il gregge del padre in un pascolo vicino Betlemme, quando vide degli altri pastori che camminavano speditamente verso la città. Si avvicinò e chiese loro dove andavano. I pastori risposero che quella notte era nato il bambino Gesù e che stavano andando a rendergli omaggio portandogli dei doni.
La bambina avrebbe tanto voluto andare con i pastori per vedere il Bambino Gesù, ma non aveva niente da portare come regalo. I pastori andarono via e lei rimase da sola e triste, così triste che cadde in ginocchio piangendo. Le sue lacrime cadevano nella neve e la bimba non sapeva che un angelo aveva assistito alla sua disperazione. Quando abbassò gli occhi si accorse che le sue lacrime erano diventate delle bellissime rose di un colore rosa pallido. Felice, si alzò, le raccolse e partì subito verso la città. Regalò il mazzo di rose a Maria come dono per il figlio appena nato.
Da allora, ogni anno nel mese di dicembre fiorisce questo tipo di rosa per ricordare al mondo intero del semplice regalo fatto con amore dalla giovane figlia del pastore.
Bellissime leggende e le immagini di Rita!
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