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sabato 2 dicembre 2017

"Il regalo giusto".

(Daniela)



Quando il preciso artigiano completò la sua opera era quasi l’alba. Sigillò la palla di neve con un ultimo rapido tocco e la capovolse scuotendola per vedere l’effetto finale. Quando la rimise dritta, la piccola renna, pur essendo saldamente ancorata al suolo innevato, sembrava sorridere e saltare tra i fiocchi leggeri di neve artificiale e glitter argentato.




-Evidentemente non vedi l’ora di trovare un proprietario!- gli sorrise bonario tra i baffi bianchi il vecchio artigiano -e ti auguro proprio che sia un bravo bambino, o un’amorevole donna, che ti tenga lucida e ogni tanto ti scuota per vedere quanto sei bella in mezzo a tutti questi fiocchi invernali.

Sempre sorridendo incartò quest’ultima palla di neve con la carta marrone da imballo, aggiungendola alle altre nello scatolone dell’ordine che doveva consegnare proprio quella mattina. Alla renna parve quasi di vedere il vecchietto fargli l’occhiolino da dietro le lenti rotonde prima che la carta le impedisse la vista e incoraggiata, si appisolò aspettando il momento di venire esposta sulla mensola del negozio che l’aveva comprata dall’artigiano per metterla in vendita.


Fu risvegliata da uno stropiccìo di carta e un raggio di luce che le rivelò che era arrivata e stava venendo scartocciata per essere finalmente esposta nel negozio di giocattoli e cartoleria nel centro città. Quando poi venne appoggiata delicatamente sulla mensola in vetrina il suo cuore fece una piroetta: più esposta di così! Non poteva non essere acquistata! Anzi sarebbe stato forse uno dei motivi che avrebbe attirato la gente a entrare in negozio e acquistare lei o una delle sue sorelle o qualsiasi altro articolo in vendita. Entusiasta, si pavoneggiò per ore quel giorno di metà dicembre, sperando di essere notata; quando però vide che già due o tre delle palle di neve che erano state create quella notte erano già state acquistate e lei no, iniziò a preoccuparsi e indignarsi: non meritava forse anche lei di venire scelta?


Così, quando vide quell’uomo alto e con i capelli scuri che si guardava intorno con aria spaesata pensò che potesse essere il proprietario perfetto: lei era il dono adatto per tutti, figuriamoci per uno che non aveva un’idea precisa! Così, mentre lui scrutava i soggetti sotto le cupole di vetro tentò quasi di fargli l’occhiolino, cercando di far luccicare ancora di più la neve glitterata ai suoi piedi incontrando la luce del faretto della vetrina: tanto fece e tanto si impegnò che alla fine l’uomo la prese fra le dita sottili e la appoggiò sul bancone della cassa, dove venne di nuovo avvolta in una carta, questa volta da regalo e luccicante, con un grande e vaporoso fiocco. Mentre veniva trasportata con cura a casa, pensava che sarebbe stato difficile aspettare altri dieci giorni ancora prima di essere finalmente scartata di nuovo; perciò si sorprese quando quella stessa sera si ritrovò a fissare gli occhi castani di una bella donna che aveva tolto con delicatezza la carta liberandola ancora una volta, ma così presto. Non importava, probabilmente era un regalo un po’ in anticipo, o forse non natalizio, ma mentre la donna la scuoteva con delicatezza e la osservava nel turbine di fiocchi pensò che comunque era una bellissima proprietaria e che non vedeva l’ora di illuminarle gli occhi di…oh no, non di lacrime!


La renna sgranò gli occhi, disperata: la donna la reggeva fra le mani piangendo in silenzio, quasi dispiaciuta per non poter apprezzare quel regalo. L’uomo dai capelli scuri capì di aver fatto un guaio, e si sedette di fianco a lei cingendole le spalle. La renna era così abbattuta che se avesse potuto avrebbe rotto il vetro della cupola con le corna e sarebbe balzata via al galoppo in cerca di qualcun altro che la ritenesse un bel regalo; ma ascoltando le parole della donna capì che il problema non era lei, bensì quello che le faceva ricordare. La donna disse infatti che quella palla le ricordava il regalo identico che le aveva fatto l’uomo con cui era fidanzata prima, che con gli stessi occhi freddi con cui gliel’aveva data un mese prima delle nozze, l’aveva anche lasciata all’altare il giorno stesso del matrimonio. Il suo compagno si dispiacque tantissimo di aver sbagliato regalo e promise che il giorno dopo l’avrebbe riportata al negozio e sostituita con qualche altro oggetto completamente diverso.



Il giorno dopo alla cartoleria però, risposero all’uomo che durante il periodo natalizio non era possibile effettuare cambi, nemmeno con scontrino alla mano. Nell’udire queste parole, la renna per un attimo si rincuorò pensando che forse allora l’avrebbero tenuta a casa con loro superando i brutti ricordi…ma il suo cuore ebbe un altro tuffo quando si vide posare poco dopo sul bancone di un negozio dell’usato. Venne ovviamente valutata la metà del prezzo originale e mentre l’uomo dai capelli scuri apriva la porta per tornarsene fuori al freddo con il cuore più leggero, non vide per fortuna lo sguardo rancoroso e sconsolato con cui la renna lo seguì fino a quando si allontanò e scomparve dalla vista. Qui non c’erano vetrine sfavillanti e mensole che la mettessero in mostra; c’era solo un bancone traboccante di oggetti natalizi in cui la piccola palla di neve si perdeva facilmente. Sconsolata, si mise ad aspettare.


Giorno dopo giorno, gli oggetti intorno a lei diminuivano: una bambina bionda dai grandi occhioni verdi scelse l’orsacchiotto bianco con un fiocco verde come i suoi occhi; una signora dai corti capelli grigi acquistò un set di decorazioni rosse e dorate per addobbare il suo albero di natale spoglio; un nonno dai baffi bianchi prese dal bancone, proprio di fianco alla nostra renna, un carillon con pupazzi di neve e folletti per il suo nipotino nato da poco tempo.


Venne così la Vigilia: quel giorno il negozio si riempì ancora più del solito per i regali dell’ultimo momento. C'era un viavai continuo di persone, un continuo stropiccìo di carta da regalo e fiocchi, un continuo tintinnare di monetine nella cassa al bancone. E all’improvviso eccoli: la renna vide distintamente un papà con il proprio bambino rumoroso e vivace avvicinarsi a lei; il bambino la prese fra le mani, la scrutò con attenzione e poi la capovolse scuotendola con energia per vedere la neve volteggiare. Allora la renna si mise quasi a saltare per la gioia e cercò di fare in modo che i fiocchi di neve e glitter catturassero le luci delle lampade del negozio... ma il bambino la ripose quasi di scatto sul bancone, attratto dalla grande sveglia rumorosa e piena di luci e suoni dietro di lei. Allora, a quel punto, la renna chinò il capo, definitivamente abbattuta; mancava mezz’ora alla chiusura, ormai non c’erano più possibilità di essere comprata. A questo punto chissà, magari l’inverno prossimo…gli occhietti della renna si riempirono di lacrime a questo pensiero. Nel frattempo il proprietario del negozio dischiuse un momento la porta per poi richiuderla per abbassare la saracinesca. E la renna era così abbattuta e sconsolata che non vide un buffo ciuffo nero riccio avvicinarsi al bancone con cautela... fino a quando non si trovò davanti un paio di occhi azzurri come un laghetto di montagna, bordati da un paio di occhiali neri dalla spessa montatura. Quasi fece un balzo indietro per la sorpresa; ma subito tornò a guardare verso il basso, pensando che il bambino fosse solo curioso e di certo come gli altri avrebbe presto spostato il suo sguardo altrove. Non si scompose quindi nemmeno quando il bambino la prese in mano, ammirandola da tutte le angolazioni;


non provò nemmeno a far volteggiare più leggiadramente la neve intorno a sé quando il bambino capovolse la palla. Dopo qualche attimo, però, la renna alzò lo sguardo verso il bambino, che continuava a reggerla fra le mani nonostante la neve fosse già tutta ricaduta di nuovo ai suoi piedi: l’espressione del bambino era incantata e quasi increspata di un radioso sorriso.


Il proprietario del negozio si avvicinò al nipotino e gli disse sorridendo che se la desiderava, gliel’avrebbe regalata volentieri…e il bambino ripose che sì, gli sarebbe piaciuto tanto. E così mentre il proprietario metteva nella cassa i soldi corrispondenti al prezzo della palla di neve, la renna si vide scivolare dolcemente nella tasca morbida del cappotto del bambino. Niente carta regalo luccicante dunque; ma quella sera, quando il bambino si era ormai addormentato, si dice che la renna fece una piroetta di pura felicità muovendo tutta la neve intorno a sé in grandi sbuffi di glitter e bianco, appoggiata sul comodino del suo nuovo e giusto piccolo proprietario.


(dal web)




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