Un articolo di Mianna
Tra pochi giorni il Natale compirà 2015 anni, forse qualcuno di più o qualcuno di meno, secondo gli storici, ma nonostante l'età continua a mantenere tutto il suo fascino, sia sotto l'aspetto sacro che quello profano.
Tra pochi giorni il Natale compirà 2015 anni, forse qualcuno di più o qualcuno di meno, secondo gli storici, ma nonostante l'età continua a mantenere tutto il suo fascino, sia sotto l'aspetto sacro che quello profano.
E' la ricorrenza in cui la tradizione si manifesta in maniera più evidente e "contagiosa". In alcune regioni del mondo occidentale in particolare la sua fama è tale da attrarre una grande quantità di turisti.
L'Alsazia è una di queste regioni ed è lì che Dindi, Giorgio ed io siamo andati per una full immersion di Natale lo scorso fine settimana.
L'Alsazia che conosco è quella dell'autunno, con i lunghi filari di viti disposti ordinatamente in pianura e sui fianchi morbidi delle colline, le case dai tetti spioventi e i davanzali ornati di gerani rigogliosi, simile per certi versi a quelle località di montagna in cui la neve d'inverno cade abbondante.
Qui però la neve quest'anno non è arrivata , anzi cielo azzurro e temperature miti ci permettono di visitare i mercatini di Natale dislocati nelle varie località della zona .
Si parte da Kaysersberg, un paesino di origine medievale, che si è guadagnato come molti altri nella regione il titolo di "ville fleurie", situato sulla strada dei vini d'Alsazia, pochi chilometri a nord ovest di Colmar.
Nel piccolo borgo fortificato, cinto in gran parte da una muraglia del XIII secolo e dominato dai resti di una torre della stessa epoca, all'imbrunire si accendono mille luci, nelle vetrine dei negozi, sui davanzali delle case, all'interno dei cortili dove le bancarelle propongono dolci, prodotti di artigianato, addobbi e statuine del presepio.
Il forte contrasto fra il buio pesto della notte e le luci intense che tappezzano i muri delle case rende praticamente impossibile scattare foto decenti con i modesti mezzi a nostra disposizione, ma non per questo resterà meno vivido il ricordo della magia di questa atmosfera davvero speciale. Nonostante la stanchezza per la lunga camminata, già pensiamo alle sorprese di domani.
Colmar, capitale dell'Alto Reno , situata ai piedi della parte più alta dei Vosgi, con i suoi edifici medievali e rinascimentali, rappresenta la tipica città alsaziana.
Nel IX secolo Colmar, città libera, si chiamava Colombaia per i suoi allevamenti di piccioni. A partire dal XIII secolo la città prosperò grazie al commercio del vino. Nel 1675 entrò a far parte del Regno di Francia , ma per un lungo periodo fu contesa, come tutta l'Alsazia, fra Germania e Francia fino alla fine della seconda guerra mondiale. Ancora oggi sono evidenti nella città le sue due anime, quella francese e quella tedesca.
Colmar è divisa in piccoli quartieri, un tempo legati a una specifica corporazione. Nel centro storico si trovano antiche case in legno e in pietra , con le tipiche facciate à colombage, dalle tinte pastello.
Dalla fine di novembre fino all'Epifania anche a Colmar va in scena il Natale con i cinque mercatini nelle piazze del centro e le facciate delle case riccamente decorate.
Quando ci addentriamo nei mercatini ci vengono incontro profumi nuovi e intensi, parte integrante della tradizione culinaria della regione.
In Alsazia le spezie danno un gradevole sapore ai dolcetti di Natale, al caratteristico pain d'épices e aromatizzano il vin chaud che viene proposto ai visitatori.
Anice, cannella,comino, chiodi di garofano, noce moscata, papavero sono ospiti d'onore dei piatti tradizionali dolci e salati.
Sembra che le prime tracce di preparazione del pain d'épice in Europa risalgano addirittura all'epoca romana.Questo pane soffice, dolce e profumato viene cotto in stampi di legno di noce a forma di omini in miniatura.Anche la frutta secca e gli agrumi sono protagonisti in questo periodo dell'anno non solo sulla tavola, ma anche come elementi decorativi.
La giornata è così luminosa che, conclusa la visita di Colmar, c'è ancora il tempo per visitare Riquewihr, un villaggio caratteristico poco lontano, contrassegnato da una lunga strada centrale che si arrampica sulla collina fino alla rocca. Anche qui le facciate delle case sono addobbate per la grande festa di Natale.
A Riquewihr c'è un grande negozio interamente dedicato al Natale, aperto tutto l'anno. Noi abbiamo già avuto modo di visitarlo in una occasione precedente, nel mese di settembre di qualche anno fa. Si tratta di un negozio delle meraviglie dove si possono ammirare veri e propri capolavori di artigianato, presepi, carillon, villaggi in miniatura e giocattoli in legno di ogni dimensione.
Oggi il numero di visitatori è così alto che fuori dal negozio si è creata una lunga coda di persone che aspettano pazientemente il loro turno.
Mentre scende la sera ci rendiamo conto di essere davvero stanchi per tutti quei chilometri percorsi, ma il cuore è leggero perchè sappiamo che domani, dopo un buon sonno ristoratore, ci aspettano nuove sorprese.
Anche la domenica ci regala un cielo azzurro. Mentre raggiungiamo Strasburgo in auto, solo una leggera nebbiolina si distende sui campi arati e intorno alle viti addormentate, per poi dissolversi completamente.
Da principio la città sembra ancora addormentata, proprio come succede in genere la domenica, ma più ci avviciniamo al centro, più si anima.
Lasciamo l'auto in un garage perchè per motivi di sicurezza, visti i recenti attentati terroristici, nel centro storico è consentito entrare solo a piedi.
Ci dà il benvenuto in Place Kléber il tradizionale grande albero di Natale alto più di 30 metri.
L'Alsazia vanta un'antichissima tradizione per l'albero di Natale.
Alla Biblioteca Umanistica di Sélestat, tra libri antichi e libri di magia, si trova la prima indicazione di vendita di abeti del 1521.
In origine l'abete, chiamato re delle foreste, rappresentava l'albero del Paradiso, ornato con mele rosse che ricordavano il frutto della tentazione. Dalla fine del XVI secolo si cominciarono ad aggiungere rose e altri fiori di carta colorata, poi tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo si aggiunsero noci dorate e argentate e ostie, sostituite gradualmente da dolcetti di pan di zucchero e pasta di mandorle.
All'inizio del secolo scorso i mastri vetrai iniziarono a creare mele e noci di vetro soffiato, dando inizio così alla versione attuale degli addobbi di Natale.
Anche a Strasburgo ci sono diversi mercatini; iniziamo a visitare il più antico che ci dicono essere il più rappresentativo.
Il Christkindelmarik è il mercatino di Natale più antico in Francia e viene allestito ogni anno a partire dal 1570.
Curiose le origini di questo mercatino: a Strasburgo era consuetudine allestire un mercatino in occasione della festa di S.Nicola che, il 6 dicembre, dopo aver fatto provviste tra le bancarelle, dispensava doni ai bambini buoni. Ma ai protestanti, questo ruolo di benefattore non era gradito, e così il mercatino di S.Nicola fu sostituito dal Christkindelmarik, dal mercatino cioè di Gesù Bambino, l'unico deputato alla distribuzione dei doni.
A pochi isolati di distanza ci troviamo davanti alla stupenda cattedrale gotica, alta 142 m.
Costruita tra il 1015 e il 1439 in pietra arenaria dei Vosgi, è dedicata alla Vergine Maria ed è una delle più belle cattedrali gotiche in Europa.
Oggi c'è una gran folla nella piazza: c'è chi sta in coda per visitare l'interno della cattedrale, chi gira tra le bancarelle del mercatino, i più stanno con il naso all'insù a guardare le decorazione sulle facciate delle case, davvero molto particolari.
Dopo aver pranzato in un ristorante tipico, ci dirigiamo verso il quartiere chiamato Petite France, che è la parte di Strasburgo che a me piace di più, con le viuzze strette e le case a graticcio che si specchiano nell'acqua.
Si sta facendo buio e la città si illumina. Abbiamo scarpinato per chilometri e ci rimane ancora qualche briciola di energia, quanto basta per arrivare al parcheggio.
Sulla strada che ci riporterà in albergo c'è una fila ininterrotta di lucette rosse che scivolano silenziose nel buio della campagna. Incrociamo altre strade, altre interminabili file di lucette rosse. E' domenica sera e tutti stanno tornando a casa.
A chi ci dovesse guardare dal cielo, anche noi forse potremmo sembrare l'addobbo luminoso di un enorme albero di Natale.
L'Alsazia è una di queste regioni ed è lì che Dindi, Giorgio ed io siamo andati per una full immersion di Natale lo scorso fine settimana.
L'Alsazia che conosco è quella dell'autunno, con i lunghi filari di viti disposti ordinatamente in pianura e sui fianchi morbidi delle colline, le case dai tetti spioventi e i davanzali ornati di gerani rigogliosi, simile per certi versi a quelle località di montagna in cui la neve d'inverno cade abbondante.
Qui però la neve quest'anno non è arrivata , anzi cielo azzurro e temperature miti ci permettono di visitare i mercatini di Natale dislocati nelle varie località della zona .
Si parte da Kaysersberg, un paesino di origine medievale, che si è guadagnato come molti altri nella regione il titolo di "ville fleurie", situato sulla strada dei vini d'Alsazia, pochi chilometri a nord ovest di Colmar.
Nel piccolo borgo fortificato, cinto in gran parte da una muraglia del XIII secolo e dominato dai resti di una torre della stessa epoca, all'imbrunire si accendono mille luci, nelle vetrine dei negozi, sui davanzali delle case, all'interno dei cortili dove le bancarelle propongono dolci, prodotti di artigianato, addobbi e statuine del presepio.
Il forte contrasto fra il buio pesto della notte e le luci intense che tappezzano i muri delle case rende praticamente impossibile scattare foto decenti con i modesti mezzi a nostra disposizione, ma non per questo resterà meno vivido il ricordo della magia di questa atmosfera davvero speciale. Nonostante la stanchezza per la lunga camminata, già pensiamo alle sorprese di domani.
Colmar, capitale dell'Alto Reno , situata ai piedi della parte più alta dei Vosgi, con i suoi edifici medievali e rinascimentali, rappresenta la tipica città alsaziana.
Nel IX secolo Colmar, città libera, si chiamava Colombaia per i suoi allevamenti di piccioni. A partire dal XIII secolo la città prosperò grazie al commercio del vino. Nel 1675 entrò a far parte del Regno di Francia , ma per un lungo periodo fu contesa, come tutta l'Alsazia, fra Germania e Francia fino alla fine della seconda guerra mondiale. Ancora oggi sono evidenti nella città le sue due anime, quella francese e quella tedesca.
Colmar è divisa in piccoli quartieri, un tempo legati a una specifica corporazione. Nel centro storico si trovano antiche case in legno e in pietra , con le tipiche facciate à colombage, dalle tinte pastello.
Dalla fine di novembre fino all'Epifania anche a Colmar va in scena il Natale con i cinque mercatini nelle piazze del centro e le facciate delle case riccamente decorate.
I gerani a Colmar il 5 dicembre 2015 !!! |
Quando ci addentriamo nei mercatini ci vengono incontro profumi nuovi e intensi, parte integrante della tradizione culinaria della regione.
In Alsazia le spezie danno un gradevole sapore ai dolcetti di Natale, al caratteristico pain d'épices e aromatizzano il vin chaud che viene proposto ai visitatori.
Anice, cannella,comino, chiodi di garofano, noce moscata, papavero sono ospiti d'onore dei piatti tradizionali dolci e salati.
Sembra che le prime tracce di preparazione del pain d'épice in Europa risalgano addirittura all'epoca romana.Questo pane soffice, dolce e profumato viene cotto in stampi di legno di noce a forma di omini in miniatura.Anche la frutta secca e gli agrumi sono protagonisti in questo periodo dell'anno non solo sulla tavola, ma anche come elementi decorativi.
La giornata è così luminosa che, conclusa la visita di Colmar, c'è ancora il tempo per visitare Riquewihr, un villaggio caratteristico poco lontano, contrassegnato da una lunga strada centrale che si arrampica sulla collina fino alla rocca. Anche qui le facciate delle case sono addobbate per la grande festa di Natale.
A Riquewihr c'è un grande negozio interamente dedicato al Natale, aperto tutto l'anno. Noi abbiamo già avuto modo di visitarlo in una occasione precedente, nel mese di settembre di qualche anno fa. Si tratta di un negozio delle meraviglie dove si possono ammirare veri e propri capolavori di artigianato, presepi, carillon, villaggi in miniatura e giocattoli in legno di ogni dimensione.
Oggi il numero di visitatori è così alto che fuori dal negozio si è creata una lunga coda di persone che aspettano pazientemente il loro turno.
Mentre scende la sera ci rendiamo conto di essere davvero stanchi per tutti quei chilometri percorsi, ma il cuore è leggero perchè sappiamo che domani, dopo un buon sonno ristoratore, ci aspettano nuove sorprese.
Anche la domenica ci regala un cielo azzurro. Mentre raggiungiamo Strasburgo in auto, solo una leggera nebbiolina si distende sui campi arati e intorno alle viti addormentate, per poi dissolversi completamente.
Da principio la città sembra ancora addormentata, proprio come succede in genere la domenica, ma più ci avviciniamo al centro, più si anima.
Lasciamo l'auto in un garage perchè per motivi di sicurezza, visti i recenti attentati terroristici, nel centro storico è consentito entrare solo a piedi.
Ci dà il benvenuto in Place Kléber il tradizionale grande albero di Natale alto più di 30 metri.
L'Alsazia vanta un'antichissima tradizione per l'albero di Natale.
Alla Biblioteca Umanistica di Sélestat, tra libri antichi e libri di magia, si trova la prima indicazione di vendita di abeti del 1521.
In origine l'abete, chiamato re delle foreste, rappresentava l'albero del Paradiso, ornato con mele rosse che ricordavano il frutto della tentazione. Dalla fine del XVI secolo si cominciarono ad aggiungere rose e altri fiori di carta colorata, poi tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo si aggiunsero noci dorate e argentate e ostie, sostituite gradualmente da dolcetti di pan di zucchero e pasta di mandorle.
All'inizio del secolo scorso i mastri vetrai iniziarono a creare mele e noci di vetro soffiato, dando inizio così alla versione attuale degli addobbi di Natale.
Anche a Strasburgo ci sono diversi mercatini; iniziamo a visitare il più antico che ci dicono essere il più rappresentativo.
Il Christkindelmarik è il mercatino di Natale più antico in Francia e viene allestito ogni anno a partire dal 1570.
Curiose le origini di questo mercatino: a Strasburgo era consuetudine allestire un mercatino in occasione della festa di S.Nicola che, il 6 dicembre, dopo aver fatto provviste tra le bancarelle, dispensava doni ai bambini buoni. Ma ai protestanti, questo ruolo di benefattore non era gradito, e così il mercatino di S.Nicola fu sostituito dal Christkindelmarik, dal mercatino cioè di Gesù Bambino, l'unico deputato alla distribuzione dei doni.
A pochi isolati di distanza ci troviamo davanti alla stupenda cattedrale gotica, alta 142 m.
Costruita tra il 1015 e il 1439 in pietra arenaria dei Vosgi, è dedicata alla Vergine Maria ed è una delle più belle cattedrali gotiche in Europa.
Oggi c'è una gran folla nella piazza: c'è chi sta in coda per visitare l'interno della cattedrale, chi gira tra le bancarelle del mercatino, i più stanno con il naso all'insù a guardare le decorazione sulle facciate delle case, davvero molto particolari.
Dopo aver pranzato in un ristorante tipico, ci dirigiamo verso il quartiere chiamato Petite France, che è la parte di Strasburgo che a me piace di più, con le viuzze strette e le case a graticcio che si specchiano nell'acqua.
Si sta facendo buio e la città si illumina. Abbiamo scarpinato per chilometri e ci rimane ancora qualche briciola di energia, quanto basta per arrivare al parcheggio.
Sulla strada che ci riporterà in albergo c'è una fila ininterrotta di lucette rosse che scivolano silenziose nel buio della campagna. Incrociamo altre strade, altre interminabili file di lucette rosse. E' domenica sera e tutti stanno tornando a casa.
A chi ci dovesse guardare dal cielo, anche noi forse potremmo sembrare l'addobbo luminoso di un enorme albero di Natale.
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