Un racconto di Annalisa Ferri.
Era un sole caldo, che preannunciava febbraio, quello che tenace scaldava il bosco spoglio. Lo illuminava sciogliendo la brina delle zone rimaste lungamente in ombra, faceva nascere sulla strada sterrata sovrastata dalle querce, pozze d'acqua in cui cadevano a testa in giù ridenti gocce dai ghiaccioli sulle rocce.
Nelle strade e nelle piazze l'eco delle grida dei bambini che si rincorrevano con le maschere colorate di carnevale si diffondeva insieme al fumo dei camini portato dal vento fino ai sentieri del bosco.
Non si udivano gli uccelli rapaci nel pomeriggio di gennaio, nascosti nel casolare da cui il cuculo si affacciava al tramonto, mentre le lepri giocavano nascondendosi nella valle ancora priva di fiori. Era un periodo di quiete, di silenzio e di lenta ripresa dei giorni di sole, mentre dai monti le nevi erano sciolte. Il taglialegna lavorava paziente finché il sole non spariva dietro le montagne dolci,dopo aver reso rossa la punta gentile ed illuminato l'ultimo gruppo di case antiche, arroccate tra il rosmarino e la maggiorana, che profumavano di zucchero a velo e ciambelle fritte.
Il rumore cadenzato dell'accetta si moltiplicava nei cortili e nei boschi dove la provvista di legna doveva ancora mantenersi, in un inverno alla metà del suo cammino. Nelle case era un brulicare di dolci, di impasti profumati, di anice e di arancia, di lieviti gentili e soffici ripieni.
E tra le ombre che si allungavano silenziose gli animali al pascolo immobili brucavano l'erba ancora vecchia e spesso gelida, guardando all'orizzonte quel giorno di luce divenire man mano più lungo e la notte spostarsi finché, a giugno, le tenebre illuminate di stelle saranno una parentesi al caldo giorno pieno di luce e di grilli.
- Annalisa Ferri -
da: https://www.facebook.com/Lodore-del-fieno-di-giugno-1608801219439238/
Immagini dal web di Daniela (Luna Nera).
Non si udivano gli uccelli rapaci nel pomeriggio di gennaio, nascosti nel casolare da cui il cuculo si affacciava al tramonto, mentre le lepri giocavano nascondendosi nella valle ancora priva di fiori. Era un periodo di quiete, di silenzio e di lenta ripresa dei giorni di sole, mentre dai monti le nevi erano sciolte. Il taglialegna lavorava paziente finché il sole non spariva dietro le montagne dolci,dopo aver reso rossa la punta gentile ed illuminato l'ultimo gruppo di case antiche, arroccate tra il rosmarino e la maggiorana, che profumavano di zucchero a velo e ciambelle fritte.
Il rumore cadenzato dell'accetta si moltiplicava nei cortili e nei boschi dove la provvista di legna doveva ancora mantenersi, in un inverno alla metà del suo cammino. Nelle case era un brulicare di dolci, di impasti profumati, di anice e di arancia, di lieviti gentili e soffici ripieni.
E tra le ombre che si allungavano silenziose gli animali al pascolo immobili brucavano l'erba ancora vecchia e spesso gelida, guardando all'orizzonte quel giorno di luce divenire man mano più lungo e la notte spostarsi finché, a giugno, le tenebre illuminate di stelle saranno una parentesi al caldo giorno pieno di luce e di grilli.
- Annalisa Ferri -
da: https://www.facebook.com/Lodore-del-fieno-di-giugno-1608801219439238/
Immagini dal web di Daniela (Luna Nera).
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