(Daniela - Luna Nera)
Tutte le mattine, Arianna, prima di andare scuola si fermava alla panetteria dell’angolo per comprare la merendina da consumare a ricreazione.
Si immergeva nelle grandi ceste fumanti di dolci profumati, ma poi finiva sempre col prendere il solito panino integrale consigliato…pardon imposto dalla mamma. Usciva dal negozio con gli occhi pieni di desiderio e la bocca amara al pensiero della sua triste merendina.
L’ora della ricreazione era un trionfo di odori e sapori appena percepiti e che svanivano in un lampo appena Arianna apriva il suo misero fagottino giallo ocra, nessuno, proprio nessuno chiedeva di assaggiarne un pò… un pò? Tutta gliela avrebbe regalata, anzi avrebbe firmato un contratto per il resto dell’anno scolastico.
Quel sabato, Arianna, aveva deciso di fare di testa sua…infatti non aveva imparato la poesia, non aveva riposto in ordine le matite colorate nella scatola di latta e aveva stropicciato il pigiama sotto il cuscino, senza piegarlo per bene come le ripeteva la mamma.
Entrò, convinta di essere ormai padrona di se stessa, nella panetteria della signora Olga, che proprio in quel momento riponeva i cornetti alla crema nel loro contenitore.
Entrò, convinta di essere ormai padrona di se stessa, nella panetteria della signora Olga, che proprio in quel momento riponeva i cornetti alla crema nel loro contenitore.
– Cosa? – chiese Arianna
La signora Olga la guardò interrogativamente, poi tornò alle sue faccende.
Arianna rimase perplessa: era proprio sicura di averla sentita parlare. Continuò a passare in rassegna dolci e biscotti, ciambelle e tranci di torta… doveva fare una follia, doveva essere il massimo.
– Scusi signora, cosa ha detto? –
La fornaia alquanto infastidita la guardò seccata: - nulla, non ho detto nulla, sbrigati anzi … farai tardi a scuola! -
– Mannaggia a me – pensò Arianna – non ce la faccio proprio a disubbidire alla mamma –
Mestamente prese il suo solito, pallido, insipido panino e si diresse verso la scuola.
Come ogni giorno, alle dieci in punto, la maestra annunciò la ricreazione e anche quel giorno la povera bambina cominciò lentamente a scartare il suo pacchettino… – Me ne dai un pezzetto? – chiese Paoletta, la sua compagna di banco.
Arianna ebbe una scossa… un pezzetto? Tutta gliela darò…
Fece per prendere il suo rinsecchito panino, ma… meraviglia delle meraviglie!!!!!
Il giorno dopo Arianna, una volta dalla fornaia, senza troppi indugi prese il suo panino e scappò via. Anche quella fu una ricreazione memorabile, grazie ad un cornetto alla crema colmo da scoppiare.
– Sei ingrassata! – sbottò la mamma.
– Ma come è possibile… non capisco… non capisco proprio –
– Ti metterò a dieta, dieta stretta, strettissima, più stretta di quanto ti vada questo vestito –
Arianna si guardava atterrita e man mano che la mamma urlava lei diventava sempre più grassa, sempre più tonda… fece per muoversi, se non altro per sfilarsi quella specie di camicia di forza, ma cadde a terra e cominciò drammaticamente a rotolare, finì sotto il letto senza riuscire a rialzarsi, disperata annaspava alla ricerca di un appiglio, di un sostegno di un…
– Arianna, è così che ti chiami vero?-
La signora Olga la fissava con dolcezza – che hai? -.
Arianna si ricompose, che cosa era successo… si era addormentata, aveva avuto le visioni, era stata rapita dagli alieni?
Come tutte le cose belle, li apprezziamo perché ci devono
accadere ogni tanto, altrimenti diventano abitudine, quasi noia e non li
apprezzeremmo più. Facciamo così… ogni tre panini, ti regalo un dolcetto… un
patto tra te e me –
Arianna, a bocca aperta, annuì.
– Grazie signora Olga… grazie! –
Signora Olga per tutti, ma per gli amici "Fata
Pagnotta".
Fata Pagnotta faceva un po’ ridere ma se ne guardò bene,
dopo quella proposta andava bene anche Fata Pagnotta, Crostata o, che ne so...
Pandora! –
Arianna stava per uscire, anzi era uscita quando la signora
le gridò dietro: – Carini i fiocchetti di organza! –
– Cosa?- chiese Arianna stupita.
– Niente tesoro, buona giornata! –
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