Cerca nel blog

venerdì 10 marzo 2017

C'era un giorno...

- Un racconto di Annalisa Ferri -

C'era un giorno in cui la luna a metà brillava con tutto il suo corpo sui tetti del borgo. C'era un giorno in cui le stelle sceglievano un bocciolo da far crescere nei prati. C'era un giorno in cui le donne piantavano viole e begonie nei vasi al tramonto e li ponevano in balcone. C'era un giorno in cui una lucciola decideva di mettersi in cammino tra il fieno tagliato, e la sua luce svegliava le compagne ed allora la notte aveva più stelle sulla terra che nel cielo. C'era un giorno in cui il vino diveniva dolce nelle botti delle cantine, controllato dal contadino. C'era un giorno in cui l'albero dei cachi era pieno di frutti e dalle stradine del borgo si vedevano mille pallini arancioni tenersi aggrappati e dondolare sorridendo. C'era un giorno in cui il torrente da grosso e rumoroso diveniva sottile e sussurrava alle viole che la colomba aveva nuove uova da covare e per la Pasqua avrebbe intonato il Gloria tra il suono delle campane sciolte a festa.



C'era un giorno in cui, all'imbrunire, la piccola campana posta alla destra della porta chiusa da anni, rintoccava leggera, mossa si pensava dal vento, e forse qualcuno usciva ad aprire e qualcuno entrava. C'era un giorno in cui gli ortaggi con la luna piena crescevano grazie ad una magia delle farfalle azzurre e gialle che svolazzavano in alto ed in basso tremolanti, lasciando un po' della polvere delle ali sui teneri fusti. C'era un giorno in cui la nebbia virava dalla pineta a nascondere il borgo e le case, i prati che delimitavano la valle ed il torrente volubile e la civetta disorientata urlava dal bosco insonne circondato di stracci di lana. C'era un giorno in cui il grano biondo cresceva sotto i raggi del sole e la polvere della terra arsa volava tra i nidi dei topi e le tele dei ragni.



C'era un giorno in cui la fontana coperta di neve pregava vicino alla chiesa nelle ore dell'alba, quando i fiocchi spesso cadevano copiosi ed il silenzio copriva le strade. C'era un giorno in cui si filava accanto al camino mentre il cielo era rosso e gli uccelli tornavano ai nidi mentre il contadino spaccava la legna nell'orto ormai spoglio.



C'era un giorno in cui i ragazzi giocavano a campana mentre le rondini in autunno si disponevano sui fili per partire, tentando la partenza mentre guardavano piangendo, ma questo nessuno lo ha mai saputo, i nidi da lasciar vuoti. C'era un giorno in cui nelle feste in piazza la musica raggiungeva tutte le case e le ragazze trovavano il loro amore devoto che durava una vita intera. C'era un giorno in cui ricominciava la scuola tra il dolce degli ultimi fichi raccolti e nelle strade l'odore intenso dei tini pieni. C'era un giorno in cui le processioni profumavano di incenso e gigli e le voci erano rotte dalla commozione. C'era un giorno in cui le mattine avevano il profumo del bucato lavato e steso sotto i raggi incerti del sole e le sere profumavano di lavanda e magnolie, nascondiglio dei grilli. C'era un giorno in cui le ore di sole divenivano lunghe, le giornate calde ed infinite e l'alba anticipava le stelle.



C'era un giorno in cui il muschio cresceva profumato di bosco e silenzioso e pregava poi accanto all'altare della chiesa quando la notte di Natale, morbido e chiaro, ospitava la culla del bambinello. C'era un giorno in cui il rosmarino profumava i pranzi delle domeniche ed il pomodoro si faceva notare vermiglio e profumava gli orti in agosto. C'era un giorno in cui le notti senza luna incoronavano espero come unica luce sulla testa degli alberi ed il gufo reale volava tra i rami a sorvegliare la notte. C'era un giorno in cui nel casolare senza scuri le tortore avevano fatto l'amore decidendo di addormentarsi insieme ogni sera nell'ampia sala da pranzo spoglia,dove giungeva la sorda eco del canto triste del cuculo. C'era un giorno in cui la domenica delle palme vi era festa nel borgo e le case si riempivano di ramoscelli d'ulivo posti in vasi al centro della tavola.



C'era un giorno in cui i boccioli sui rami dell'albicocco profumavano della futura marmellata e le api ronzavano cantando una dissonante melodia. C'era un giorno in cui nella rocca si giocava a nascondino tra i panni stesi ed il profumo di timo e menta romana. C'era un giorno che inglobava tutti i giorni dell'anno: era necessario guardare verso l'orizzonte, nel punto in cui il sole sembra non tramontare fino all'apparire della luna, sul monte dove nasce l'agrifoglio. In quel momento,mentre la luce ed il buio contrattavano il destino, tremava il cuore, e con i ricordi di una mente antica, gli occhi cerulei e le rughe nate dal sole, quel giorno diveniva per magia, in un attimo veloce, tutti i giorni della vita.

- Annalisa Ferri -

da:  https://www.facebook.com/Lodore-del-fieno-di-giugno-1608801219439238/?fref=ts


Nessun commento:

Posta un commento