Cerca nel blog

mercoledì 3 gennaio 2018

L' Epifania nei ricordi di Amorina Penna

(Daniela)

- dai ricordi di Amorina Penna -


Qui da noi, nel Veneto, la sera prima dell'Epifania si fanno i falò del pan e vin sulla cui sommità si brucia un fantoccio (la vecia) nell'attesa che la Befana vera si presenti tra i partecipanti a regalare calze e carezze ai bimbi. Tranne i pan e vin promossi dalle pro loco cittadine, si tratta di borghi o gruppi di famiglie che, settimane prima, raccolgono legna fascine e tutti gli scarti delle potature per creare le pire facendo a gara a chi le costruisce più alte. Di conseguenza la Befana è una donna del gruppo, imbacuccata e truccata, nascosta dietro scialle e fazzolettone e, magari, "imbottita" da gonne varie che deve stare anche molto attenta a modificare la propria voce... A seconda di quanto accidentato e buio è il percorso che deve fare per raggiungere il falò, spesso ovviamente in un campo, alcuni adulti si defilano dal gruppo tornando poi con lei a braccetto raccontando di averla aiutata a rialzarsi dopo che, nella notte, era caduta dalla scopa (qui ogni casa ha una scopa di saggina: l'"attrice" la trova direttamente sul posto...) e allora, la Befana, per ringraziarli dell'aiuto consegna le calze prima della mezzanotte altrimenti distribuisce caramelle e pinza (un dolce fatto con la farina gialla e le uvette) dicendo ai bimbi che le calze le troveranno a casa la mattina dopo. Oppure la Befana arriva da sola: una volta perchè si è persa, una volta perchè ha bisogno di scaldarsi un momento prima di proseguire il volo... Le scuse sono lasciate alla fantasia personale ed è bellissimo vedere le reazioni dei piccoli ai suoi racconti.


I falò, simboli degli antichi riti celtici e poi contadini per richiamare il ritorno della Luce e della stagione produttiva, nei pan e vin privati vengono accesi dai bambini guidati da un adulto: ognuno di loro ha un bastoncino di legno con la punta accesa che, a seconda del coraggio che viene a mancare di fronte alla grandezza della pira, avvicina alla catasta o lancia sperando di non dar fuoco ad altro... Nei falò delle parrocchie i bimbi fanno una piccola processione, dalla chiesa alla pira, per poi accenderla tutti insieme mentre in quelli gestiti dai Comuni fanno tutto gli adulti ed i bimbi non partecipano.


Qualsiasi sia il pan e vin si rimane tutti attorno al falò a mangiare pinza (pan) e bere vin brulè (vin ma qui spesso non vanno per il sottile e bevono di tutto, basta che sia vino e poi si finisce con la grappa per scaldarsi ..) e si aspetta di vedere come si comporta il fuoco e che direzione prendono le faville per trarne pronostici per l'anno appena iniziato. 

L'immagine delle campagne nell'oscurità punteggiate dei fuochi del pan e vin è una delle suggestioni più belle che offre questo angolo d'Italia.

Felice Epifania a tutti.

(Amorina Penna)


Nessun commento:

Posta un commento