Com’è triste il giorno di maggio
dentro al vicolo povero e solo!
Di tanto sole neppure un raggio;
con tante rondini, neanche un volo...
Pure c’era in quello squallore,
in quell’uggia greve e amara,
un profumo di cielo in fiore,
un barlume di gioia chiara.
C’era… c’erano tante rose
affacciate ad una finestra,
che ridevano come spose
preparate per la festa.
C’era seduto sui gradini
d’una casa di pezzenti,
un bambino piccino, piccino,
dai grandi occhi risplendenti.
C’era in alto una voce di mamma,
così calma, così pura!
che cantava la ninna nanna
alla propria creatura.
E poi dopo non c’era più nulla…
Ma, di maggio, alla via poveretta
basta un bimbo, un fiore, una culla
per formare una gioia perfetta.
Nessun commento:
Posta un commento