(Daniela)
Tra i miei ricordi d'infanzia ne ho uno rimasto ben impresso nella mente, la visita a casa mia di una anziana cugina della mamma, che abitava da anni in Sud America, a Santiago del Cile: la signora Isolina. Era il 1965 e nel periodo in cui soggiornò qui in Liguria ci omaggiò di parecchie sue visite; ognuna era una festa per i regali che ci portava: una grande bambola in gesso (era alta come me che avevo 5 anni) splendidamente vestita, che io e mia sorella chiamammo Manuela, spille dorate e altri monili, piccoli bauli antichi, soprammobili per la casa e altro. Il dono da me preferito fu un'Agenda dell'anno in corso (1965, appunto) che le avevano dato in banca e lei non usava. Non era una semplice agenda bianca, ogni giorno dell'anno trattava vari argomenti: Igiene, salute e bellezza, lavori di casa e tempo libero, letture e guardaroba dei bambini, galateo, giardinaggio e viaggi, risparmio ecc....
C'erano poi delle poesie dedicate a varie figure femminili, chiamate MADRIGALI.
La mia preferita, che imparai poi a memoria, è sempre stata questa:
Tra i miei ricordi d'infanzia ne ho uno rimasto ben impresso nella mente, la visita a casa mia di una anziana cugina della mamma, che abitava da anni in Sud America, a Santiago del Cile: la signora Isolina. Era il 1965 e nel periodo in cui soggiornò qui in Liguria ci omaggiò di parecchie sue visite; ognuna era una festa per i regali che ci portava: una grande bambola in gesso (era alta come me che avevo 5 anni) splendidamente vestita, che io e mia sorella chiamammo Manuela, spille dorate e altri monili, piccoli bauli antichi, soprammobili per la casa e altro. Il dono da me preferito fu un'Agenda dell'anno in corso (1965, appunto) che le avevano dato in banca e lei non usava. Non era una semplice agenda bianca, ogni giorno dell'anno trattava vari argomenti: Igiene, salute e bellezza, lavori di casa e tempo libero, letture e guardaroba dei bambini, galateo, giardinaggio e viaggi, risparmio ecc....
C'erano poi delle poesie dedicate a varie figure femminili, chiamate MADRIGALI.
La mia preferita, che imparai poi a memoria, è sempre stata questa:
Chi mi rammenta il nome di Onorina?
La cara, vecchia cuoca ciabattona.
Mi rivedo bambino, là in cucina:
"Onorina, una favola; sii buona..."
Mi faceva sedere sulla tavola
e incominciava a raccontar la favola:
"Senti: c'era una volta una gallina...
(frattanto setacciava la farina);
... una gallina che ogni giorno sano
faceva un uovo: l'uovo quotidiano".
Così dicendo, tre uova spezzava
nella farina, ed agile impastava.
"Venne il mago per darle tante botte...
(ed intanto la sfoglia rimenava)
Col suo bastone venne, quella notte,
ma nell'oscurità non la trovava.
E per incanto la gallina bruna
volò su al cielo e diventò la luna".
La fiaba era finita, e sulla tavola
riposava una bella luna piena:
era quella, la luna della favola,
oppur le tagliatelle per la cena?
Non so, perchè Onorina in ogni cosa
sapeva unir la poesia alla prosa.
Forse è per lei che la gastronomia
la scambio spesso con una poesia:
vedo una luna d'oro sulla madia...
m'immagino un poeta dell'Arcadia.
Così mi accade di sognar le stelle
mentre mangio le buone tagliatelle.
- Madrigale n° 1
da: "Casa Serena" del 1965 -
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