(Daniela)
In occasione della “giornata dei nonni”, istituita ufficialmente dal Parlamento italiano con legge di Stato e fissata per il giorno 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi, i genitori di Alessio, Grazia e Sara (rispettivamente di 9, 7 e 4 anni), hanno invitato i nonni paterni (Enrico e Clara) e quelli materni (Livio e Liliana), a passare la giornata con loro. I preparativi sono iniziati la giornata precedente, e mentre la mamma si prodigava nell’allestire le sue specialità, Alessio e Grazia, “intralciati”, più che aiutati, dalla piccola Sara che era onnipresente e voleva toccare tutto con le sue manine, hanno addobbato la sala da pranzo con palloncini, festoni e decorazioni varie. All’ora di pranzo sono arrivati gli ospiti con un regalino per ciascuno, che Sara ha voluto aprire all’istante. Durante il pranzo Alessio ha letto un pensierino di auguri e di ringraziamento preparato insieme alla sorella, dove esprimevano la loro gratitudine verso i nonni per il bene che gli volevano, per la pazienza che avevano con loro, per i frequenti regalini e per il tempo che riuscivano sempre a trovare per giocare con loro, per aiutarli a fare i compiti o scarrozzarli in piscina o a danza… E concludevano con una frase che faceva sospettare un benevolo suggerimento (ma che nessuno si è curato di verificare): “perché donare tempo è donare amore”. Parole che hanno fatto scorrere qualche lacrima sul volto delle nonne e hanno spinto il papà a uscire allo scoperto: “Grazie anche da parte mia e della “mia signora” per tutto quello che avete fatto e fate per noi, della vostra collaborazione, anche economica, offerta con gentilezza e discrezione. Senza il vostro aiuto, specialmente in certi periodi, sarebbe stato proprio difficile andare avanti”. “Anche noi”, ha detto nonna Clara, “dobbiamo ringraziarvi per il dono di questi tre birichini, così dolci e così cari, che non avranno aggiunto giorni alla nostra vita, ma sicuramente hanno arricchito di vita i nostri giorni”. E nel coro generale non poteva mancare la voce della piccola Sara: “Anch’io, nonnini… vi voglio bene perché non mi sgridate quando faccio i pastrocchi”.
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