(Daniela)
I genitori di Manuel e Barbara (6 e 2 anni) si sono decisi un po’ tardi, ma poi hanno sfornato ugualmente due splendidi gioielli. Lavorano entrambi, ma per stare dietro il più possibile ai bambini, la mamma ha deciso di prendere un lavoro part time. Tuttavia qualche volta deve chiedere aiuto ai nonni che, inutile dirlo, sono sempre disponibili. Quando per Manuel è scattata la scuola dell’obbligo, la mamma ha preso qualche giorno di ferie per seguire di persona l’impatto del suo bambino con il “pianeta scuola”. Poi, dopo qualche tempo, è subentrato il nonno che ogni mattina si carica lo zainetto in spalla e, tenendo ben ferma la manina di Manuel nella sua, si incamminano insieme verso la scuola. Una mattina, arrivando nel piazzale antistante la scuola, Manuel ha visto il suo amichetto Luca. D’istinto ha lasciato la mano del nonno, lo ha salutato con un bacetto frettoloso, è corso da Luca ed insieme sono scomparsi dentro la porta della scuola. Il nonno è rimasto un attimo a guardare, poi con un sospiro velato di malinconia, ha mormorato: “Bisogna che loro crescano e noi diminuiamo!”. Manuel si è trovato molto bene a scuola: vivace, attivo, socievole, sicuro di sé e per niente aggressivo. Di intelligenza pronta e fantasia sbrigliata. Si sono dimostrate utili le attenzioni usate nel periodo dell’infanzia: tanto affetto, ma senza debolezze, una disponibilità totale sia nel giocare con lui, che nell’ascoltarlo, nel dialogare, nel creare interattività, anche nell’ammorbidimento delle necessarie regole. “Ora speriamo che la scuola faccia il resto”, pensa il nonno tornando a casa. “Bisognerà comunque continuare a seguirlo, ad ascoltarlo, ad aiutarlo ad entrare in questo non facile mondo… Avrà bisogno di essere accompagnato quando farà i compiti… Forse bisognerà permettergli di invitare gli amichetti a casa, si sentirà importante… Poi c’è la nonna che fa una pizza così buona… Sta crescendo anche la piccolina che segue a ruota!... Coraggio, nonni: non c’è proprio da annoiarsi”.
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