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sabato 29 febbraio 2020

" Sbilfs", i folletti della Carnia

(Daniela - Luna Nera)

Sei mai stato a spasso nei boschi friulani? Hai mai sentito una risata alle tue spalle, senza sapere di chi fosse? Probabilmente era uno Sbilf che ti accompagnava lungo la tua passeggiata!




Gli Sbilfs sono protagonisti di molte leggende della Carnia. Si narra siano folletti dei boschi, ma definiti da alcuni gnomi, da alcuni troll, da me semplicemente creature magiche!
Gli esperti di tradizioni sono i nonni, che continuano il loro compito, fondamentale, di tramandare le antiche magie friulane e di raccontarle a noi al posto delle favole.

Completamente mimetizzati, vivono nel sottobosco ma in taluni casi anche vicino all'uomo, in stalle e fienili.
Il loro rifugio prediletto rimane il bosco ed in particolare la cavità di un albero. Sono di piccole dimensioni, intelligenti, inafferrabili e spesso anche burloni, ma nello stesso tempo pronti ad aiutare chi nei boschi si trova in difficoltà. Gli Sbilfs sono eternamente fanciulli, amanti dei giochi, della danza, della musica. Hanno un carattere fortemente mutevole. In genere non sono cattivi. Agiscono, tuttavia, secondo la tipica incoscienza dei bambini.






Generalmente gli Sbilfs sono invisibili, ma possono manifestarsi ad alcuni e rimanere invisibili ad altri.
Sono quindi molto difficili da incontrare e da vedere, cosa che sembra essere più facile ai bambini e ai buoni di cuore.



Amano il rosso, tanto che in molti vestono con abiti di questo colore e sono ghiottissimi di Zûf (una preparazione di latte e farina di mais che si usava un tempo per servire la colazione).

Assumono nomi differenti a seconda della zona o più spesso della loro "umore". C'è così il Licj intento ad annodare corde e fili che trova nelle abitazioni o il Brau che ama scucire vestiti e tende.
Il Bagan, folletto della stalla, che se infastidito rovescerà i secchi colmi di latte e nasconderà gli attrezzi di lavoro.
Il Maçarot, abilissimo a fare dispetti. Questo, anticipa la burla con un sibilo, quindi conclusa la beffa si dimena in una stridula risata.
Il Massaroul che pur indossando una calzamaglia rossa, non sopporta questa colore.

A Forni di Sopra, il Maçarot è spesso accompagnato da sua moglie, Ridùsela, anch’essa intenta a combinare bricconerie.
A Gemona si trova, invece, il Pamarindo sempre intento a bloccare il passaggio allargandosi a dismisura. Vi è poi il Boborosso, tra i più cattivi, assorto a provocare gli incubi notturni ai bambini.

La zona di Paularo sarebbe invece abitata dai Guriùz. Questi, particolarmente burloni e golosi, sarebbero spesso intenti a sottrarre dolci e squisitezze dalle cucine. Una leggenda parla, tuttavia, della loro estinzione. I Guriùz avrebbero costruito un castello per metà interrato nel quale nascondevano un enorme tesoro. Assaltati da un esercito straniero furono tutti uccisi. Il nascondiglio non fu mai rilevato ed il tesoro mai trovato.


Sentiero degli Sbilf a Ravascletto.




Gli Sbilfs, protagonisti di racconti fantastici, sono la rappresentazione del rispetto che avevano i nostri antenati nei confronti della Natura.
Un profondo rispetto che suggeriva di non tagliare mai un albero senza motivo.



(dal web)

- Potete trovare gli Sbilfs a questo link;
https://www.icsedegliano.it/sezioni/studenti/1516/Friulano/01Sbilfs.html -

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