(Daniela)
“Nonna, chi c’era prima di me?”. Nonna Maria era rimasta trasecolata per la domanda sparata a bruciapelo dalla piccola Susy di sei anni. “Beh… C’erano papà e mamma, i nonni, i nonni dei nonni… poi c’era il mondo, la gente… Ma andiamo a vedere i gattini che sono appena nati!...”. E la cosa era finita lì. Ma la nonna aveva continuato a pensarci su e le era venuta un’idea strepitosa da confidare subito a nonno Luigi: “Ho pensato di fare un albero genealogico per la nostra Susy”. Al nonno lì per lì era sembrata un’idea stravagante, poi piano piano l’aveva digerita. “Certo, noi nonni siamo una parte vivente della storia della famiglia, siamo coloro che testimoniano una continuità con il passato, perché l’abbiamo vissuto… Noi sappiamo, noi ricordiamo, eravamo presenti. Chi meglio di noi ha le carte in regola per dare i punti di riferimento, per tracciare le coordinate storiche dell’esistenza di questi nipotini?”. E si erano messi all’opera. Avevano consultato uffici anagrafi ci e archivi parrocchiali. Avevano aperto casse e scaffali di antichi “cimeli” riposti in soffitta, e rovistato nei cassetti dove riposavano tra la polvere le carte importanti di famiglia, ed erano riusciti ad allestire un albero genealogico con una linea di ascendenti fi no alla quarta generazione; e tanti oggetti, quali foto, lettere, documenti, ricordi di famiglia… tutti elementi utili per raccontare la vita del passato, avvenimenti, storie di antenati, cosa facevano, come vivevano, come si sono incontrati… Tutte realtà che per i nipotini hanno l’incanto delle fiabe. Inutile dire che la piccola Susy si è letteralmente tuffata in quel mondo che le si è aperto dinnanzi, e ha continuato ad incalzare i nonni con il suo “ancora, ancora”. Un bagno nel passato veramente utile e costruttivo.
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