Chi mi rammenta il nome di Onorina?
La cara, vecchia cuoca ciabattona.
Mi rivedo bambino, là in cucina:
"Onorina, una favola; sii buona..."
Mi faceva sedere sulla tavola
e incominciava a raccontar la favola:
"Senti: c'era una volta una gallina...
(frattanto setacciava la farina);
... una gallina che ogni giorno sano
faceva un uovo: l'uovo quotidiano".
Così dicendo, tre uova spezzava
nella farina, ed agile impastava.
"Venne il mago per darle tante botte...
(ed intanto la sfoglia rimenava)
Col suo bastone venne, quella notte,
ma nell'oscurità non la trovava.
E per incanto la gallina bruna
volò su al cielo e diventò la luna".
La fiaba era finita, e sulla tavola
riposava una bella luna piena:
era quella, la luna della favola,
oppur le tagliatelle per la cena?
Non so, perchè Onorina in ogni cosa
sapeva unir la poesia alla prosa.
Forse è per lei che la gastronomia
la scambio spesso con una poesia:
vedo una luna d'oro sulla madia...
m'immagino un poeta dell'Arcadia.
Così mi accade di sognar le stelle
mentre mangio le buone tagliatelle.
- Madrigale n° 1
da: "Casa Serena" del 1965 -